Editoriale: Infrastrutture verdi e politiche di sviluppo dei territori in Piemonte

    di Claudia Galetto (IRES Piemonte) e Francesca Silvia Rota (CNR IRCrES)

    Nell’ottica dello sviluppo sostenibile dei territori e delle loro comunità, l’organizzazione degli spazi verdi interni e esterni ai centri urbani è oggetto di crescente interesse. In Europa, sin dal 2013, esiste una strategia apposita dedicata a favorire lo sviluppo delle infrastrutture verdi. E anche nella più recente prospettiva di ripresa post-pandemica delineata dalla strategia europea di ripresa e resilienza, le infrastrutture verdi emergono come importante ambito di investimento. La strategia europea è stata adottata con l’obiettivo di creare il migliore framework legale, politico e finanziario possibile per la promozione e la facilitazione di progetti di infrastrutture verdi da parte dei territori europei.

    Il valore di un approccio strategico e collaborativo all’infrastruttura verde

    Di Claudia Cassatella (Politecnico di Torino - DIST)

    Gli spazi aperti dell’area metropolitana torinese sono oggetto di speciale attenzione da almeno un ventennio: da una parte, le misure regolative dei piani territoriali e paesaggistici; dall’altra parte, la pianificazione strategica e la governance sperimentate dal progetto Corona Verde. Entrambi gli approcci hanno punti di forza e debolezza, ma la loro combinazione può essere particolarmente efficace. Il momento, inoltre, è particolarmente favorevole a progetti di miglioramento ambientale.

    Infrastrutture verdi metro-rurali: i terrazzamenti dell’Alto Eporediese

    Di Federica Corrado e Erwin Durbiano (Politecnico di Torino e Associazione Dislivelli)

    Nell’ultimo decennio si è assistito ad una crescente consapevolezza dell’importanza dei territori terrazzati a livello nazionale e internazionale, a partire dalla Dichiarazione di Honghe del 2010 sulla protezione e sullo sviluppo dei paesaggi terrazzati[1] sino al più recente inserimento nel 2018 dell’arte dei muretti a secco nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO[2].

    L'infrastruttura verde nel quadro degli indirizzi programmatori e pianificatori di rilievo regionale e metropolitano

    Di Cristiana Cabodi e Claudia Galetto (IRES Piemonte)

    Le strategie globali per la sostenibilità sottolineano la necessità di uno sviluppo più bilanciato dei territori, per ridurre diseguaglianze economiche e sociali, affrontare problemi ambientali e valorizzare risorse in una prospettiva di sviluppo che non si limita alla sola crescita economica. In questo quadro, le periferie urbane e i contesti peri-urbani sono considerati “cardini” di un modello territoriale sostenibile di interscambio metro-montano e metro-rurale. Le infrastrutture verdi sono parte di questo disegno e in Piemonte gli strumenti pianificatori di scala regionale e metropolitana stanno facendo propri questi indirizzi. 

    Le Nature Based Solutions della Città di Torino: i progetti proGIreg e CONEXUS

    Di Roberta Balma Mion e Chiara Lucchini (Torino Urban Lab)

    La Città di Torino ha introdotto recentemente una serie di pratiche innovative e progetti pilota che prevedono l’introduzione della natura nel contesto urbano per la rigenerazione urbana e territoriale, per ristabilire la funzionalità in ecosistemi precedentemente alterati, e per far fronte alle nuove esigenze dettate dai cambiamenti climatici[1]. Sono interventi che portano contemporaneamente benefici di tipo ambientale, sociale ed economico alle città. A Torino (cfr. Figura 1) le NBS vengono sviluppate prevalentemente per mitigare gli effetti dei due principali fenomeni estremi che interessano la città: le isole di calore (ovvero l’incremento della temperatura dell’aria nelle zone nel contesto urbano e rispetto alle aree circostanti o rurali[1] e gli allagamenti causati dalle precipitazioni intense.

    AbbracciaTO, un anello per il turismo di prossimità tra i fiumi, i parchi e le aree di trasformazione di Torino

    Di Andrea Rolando (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Politecnico di Milano)

    La situazione di crisi innescata dalla pandemia ha non solo reso più evidenti alcuni problemi che si stavano già da tempo profilando, ma soprattutto ha accelerato i tempi di un cambiamento che era comunque necessario, forse persino urgente. Basti pensare all’attenzione nei confronti della qualità dell’ambiente e degli spazi di relazione, ai nuovi comportamenti nella mobilità delle persone e delle cose, alla progressiva innovazione nelle forme e negli spazi del lavoro, con inedite relazioni tra luoghi del tempo libero e del consumo, anche in rapporto alla gestione in remoto di alcune procedure.

    Combinare le diverse scale delle infrastrutture verdi per ricucire la frammentazione territoriale

    Di Francesca Silvia Rota (CNR IRCrES) e Fiorenzo Ferlaino (IRES Piemonte)

    Le infrastrutture verdi hanno acquisito centralità negli ultimi venti anni. Presenti nel dibattito scientifico, e in quello politico, sono oggi al centro di numerose iniziative e studi. Come definizione generale, esse identificano sistemi di organizzazione di aree naturali e semi-naturali in grado di fornire molteplici benefici ecologici e sociali (cfr. tra gli altri: EC, 2013). Attraverso gli interventi per realizzare le infrastrutture verdi, la natura diventa il mezzo attraverso cui la collettività può soddisfare i propri bisogni e contrastare i rischi che derivano dal cambiamento climatico, dalla perdita di biodiversità, e dallo scoppio di eventi calamitosi, tra cui anche le epidemie.

    Corona Verde: storia e futuro di un progetto strategico

    Di Daniela Chiantore, Elena Porro (Regione Piemonte)

    Corona Verde è il progetto strategico regionale, nato alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso per dare una risposta ai problemi di degrado e di consumo di suolo dell’area metropolitana torinese. Mettendo a sistema la Corona di Delizie delle Residenze Reali sabaude con la Cintura Verde dei Parchi, dei fiumi e dalle aree rurali, Corona Verde ha promosso la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde attorno alla città di Torino che recupera un rapporto più equilibrato tra Città e Natura, migliora la qualità di vita degli abitanti e promuove processi di sviluppo locale sostenibile.

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