di Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Riccardo Pollo - IRES Piemonte.
Introduzione(1)
Il settore delle costruzioni assume un rilievo considerevole sia in termini di risorse economiche coinvolte sia per il peso che gli edifici e l'ambiente costruito hanno per il raggiungimento degli obiettivi che la stessa Green Economy si pone. Secondo un recente studio promosso dalla Commissione europea (Ernst&Young, 2006) pesa per il 6-10% del Pil (secondo le fonti) e più del 7% dell'occupazione in Europa.
L'ambiente costruito nel suo complesso è responsabile del 42% dei consumi finali di energia e produce circa il 35% delle emissioni di gas serra. Oltre il 50% di materiali estratti sono trasformati in materiali e prodotti per la costruzione. Si vogliono quindi affrontare le problematiche settoriali della cosiddetta eco-costruzione, intendendo, con questo termine le costruzioni, o parti di esse, che, in tutte le fasi del loro ciclo di vita, hanno un impatto sull'ambiente minore rispetto ai sistemi edilizi correnti. (EU Commission, 2006). Tale ambito si presenta di particolare attualità per una pluralità di fattori quali la rilevanza quantitativa del prodotto, le notevoli potenzialità di sviluppo, l'evoluzione della sensibilità degli utenti consumatori e, ancora, per i vincoli e le prescrizioni normative sempre più stringenti imposte a livello internazionale, europeo, nazionale e locale.
Il settore delle costruzioni assume una considerevole importanza ai fini della riduzione dei consumi energetici e di obiettivi delle strategie di sostenibilità ambientale. Non a caso nel piano energetico nazionale, e con riferimento agli obiettivi di Europa 2020, viene assegnata a questo settore una parte importante nella riduzione dei consumi energetici. Inoltre l'eco-efficienza di tale settore, in Piemonte è la migliore rispetto alle altre con cui si va a comparare solitamente (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana).
Sostenibilità ed Eco-industry
L'eco-costruzione include la realizzazione di un edificio con un ridotto impatto ambientale, paragonato a quello che deriva da un edificio di tipo corrente, e contempla tutte le fasi, dall'attività di cantiere ai consumi propri della fase di uso.I nuovi settori che appaiono più promettenti, nell'ambito della crisi generale dell'edilizia italiana, sono (CRESME, 2009) quelli inerenti la riqualificazione del patrimonio esistente soprattutto per quanto attiene gli impianti tecnologici, le energie rinnovabili e il retrofit energetico.
A livello europeo, le normative sul risparmio energetico, introdotte a seguito della crisi energetica del 1973, hanno dato inizio allo sviluppo di tecnologie edilizie e impiantistiche finalizzate alla riduzione dei consumi. Sino ad allora era un aspetto valutato solo parzialmente. Le attuali normative e la spinta rappresentata dall'introduzione dell'obbligo della certificazione energetica stanno imponendo una trasformazione del settore e delle tecnologie costruttive delle nuove costruzioni e lo sviluppo di metodologie e prodotti per la riqualificazione e manutenzione del patrimonio edilizio esistente. L'obiettivo è quello di indirizzare il mercato delle costruzioni verso una qualità energetica facilmente riscontrabile da parte dell'utente/consumatore, traducendola in un indicatore sintetico, la classe attribuita all'edificio. Recentemente l'UE ha emanato un'ulteriore Direttiva con l'intento di giungere a edifici Nearly Zero Energy. Sono trasformazioni che coinvolgono numerosi soggetti, dalle imprese di grandi dimensioni ai singoli professionisti, alle amministrazioni pubbliche, soprattutto gli enti locali, che costituiscono un interlocutore delle aziende e dei committenti, sia in qualità di generatori della domanda sia come enti normativi, di indirizzo e di controllo. Si sono, inoltre, moltiplicate associazioni sia pubbliche che private che operano sul tema.
Gli attori e l'innovazione
Nel settore delle costruzioni interagiscono diversi attori coinvolti nel processo di fornitura, di produzione e nella domanda. Il processo storico di evoluzione dell'edilizia ha registrato un progressivo spostamento delle lavorazioni dal sito del cantiere agli stabilimenti di produzione industriale. Le innovazioni, soprattutto quelle orientate a migliorare la qualità ambientale dell'abitare, sollecitano cambiamenti nei comportamenti che tendono a diffondersi con più difficoltà all'inizio del processo. Nell'ambito della produzione dell'industria dei manufatti e componenti edilizi si sviluppano azioni di ricerca di materiali e di soluzioni tecnologiche che non sempre vengono sfruttate dato che i produttori sono vincolati da normative articolate, influenze culturali e resistenze del path tecnologico (Path Dependence) che non incentivano al cambiamento.
Per questo l'innovazione si è sviluppata con maggiore lentezza rispetto ad altri settori, in un contesto che permane caratterizzato dalla 'tradizione', sia per ragioni legate all'offerta (polverizzazione) che alla domanda (cultura sedimentata dell'abitare) e, soprattutto, le innovazioni hanno proceduto per via 'settoriale' senza portare a cambiamenti radicali nel modo di costruire.
L'emergenza ambientale ha comunque determinato una notevole accelerazione dei processi di innovazione e i soggetti più propensi al cambiamento si sono fatti promotori di nuovi prodotti da proporre al mondo dell'impresa di costruzione e alla committenza. A questo si aggiungono le collaborazioni avvenute tra il mondo della ricerca e della formazione, i produttori più innovativi e le imprese industriali. Il tradizionale processo di costruzione si è trasformato in un "sistema di prodotti", fra loro compatibili e in grado di poter garantire risultati di qualità. Il mondo professionale e della formazione ha reagito ai processi di innovazione normativa con una discreta vivacità e si sono diffuse iniziative di aggiornamento sui temi del risparmio energetico e della bioarchitettura, sia a livello delle associazioni sia nel settore della istruzione universitaria, con l'istituzione di corsi di laurea indirizzati alla progettazione sostenibile. Gli enti locali, in particolare le amministrazioni comunali, hanno in gran parte sostenuto le nuove normative con l'apertura di sportelli per la consulenza ai cittadini e alle aziende e l'adeguamento dei regolamenti edilizi e delle norme di piano ai nuovi temi del risparmio di energia.
Si sta così verificando un processo positivo di riconversione che poggia sulla progettazione di sistemi più performanti e pone una sfida al sistema delle aziende produttrici e al mondo della piccola impresa e del lavoro autonomo, che connota il settore. Sebbene le maggiori criticità restino legate alle oscillazioni della domanda, che dipendono dal mercato e dalle politiche di incentivazione, le innovazioni risentono fortemente della organizzazione della struttura del settore. La tabella 1 riporta la distribuzione del valore aggiunto totale del settore per classe dimensionale dell'impresa edile e mette in evidenza come, in un settore già fortemente polverizzato a livello europeo, l'Italia si caratterizzi per una ancor maggiore rilevanza di microimprese e una scarsa presenza delle imprese maggiormente strutturate.
Tabella 1. Distribuzione % del valore aggiunto totale del settore per classe dimensionale dell'impresa (2007), nel settore delle Costruzioni- Confronto Italia Eu27
Fonte: Eurostat
La domanda di eco–costruzione
Nell'eco-costruzione la domanda dei privati è la componente determinante. Vi sono elementi di freno e altri che incentivano la domanda. Tra questi ultimi quelli mirati ad una maggiore compatibilità ambientale degli edifici, che comportano spese iniziali elevate con ritorni sicuri, ma lontani nel tempo. Non ne vengono pertanto percepiti gli effettivi vantaggi (anche a causa della scarsa informazione) e di conseguenza le famiglie non sono invogliate a investirvi, sebbene le ricerche li indichino come investimenti redditizi.
Lo stesso avviene per gli interventi di riqualificazione energetica, per i quali diviene determinante l'incentivo finanziario. La mancanza di una adeguata informazione sulle caratteristiche tecniche e sull'efficacia dei prodotti non favorisce le soluzioni più promettenti perché più costose, a vantaggio di interventi più economici ma con minori prestazioni. Le normative vigenti attraverso l'obbligo alla certificazione energetica in tutti i contratti immobiliari, sia di compravendita sia di locazione, hanno permesso un diretto riscontro della qualità energetico-ambientale da parte dell'utente e del consumatore e tale fattore sta introducendo nel mercato un elemento molto importante di valorizzazione degli edifici energeticamente efficienti.
L'utenza sta percependo maggiormente la "cultura" del risparmio energetico e questo lo si rileva dalla massiccia partecipazione alle manifestazioni fieristiche relative all'eco-costruzione e alla crescente diffusione di siti-web di confronto su queste tematiche. Emerge cioè la necessità di una più completa e corretta conoscenza di tutte le tematiche del settore nonché dei comportamenti da mettere in atto per ridurre i consumi di energia. Il risparmio energetico è cioè un driver forte, come emerge dalle proiezioni al 2016 svolte dal PAEE nel 2007.
Tabella 2. Risparmio energetico annuale
Analizzando i dati emersi per settori, si può notare come in tutti quelli considerati (residenziale, terziario e trasporti) la proiezione al 2016 preveda un risparmio energetico che aumenterà in maniera considerevole. In questo contesto il settore residenziale esprime i valori di gran lunga più rilevanti.
Nota(1) Il documento completo è reperibile all'indirizzo www.ires.piemonte.it/osservatori/219-green