A cura del Sistema Informativo Ambientale di Arpa Piemonte
Attraverso alcuni indicatori viene ritratto in sintesi lo stato dell’ambiente del territorio piemontese. I dati sono riferiti all’anno 2022, salvo aggiornamenti ancora in corso al momento della pubblicazione.
I dati del clima
PRECIPITAZIONI
L’anno 2022 è risultato il secondo meno piovoso dell’intera serie storica dal 1958. La precipitazione cumulata è stata di 611.9 mm, con un deficit pluviometrico di 438.6 mm (pari al 42%) nei confronti della media climatica del trentennio 1971-2000. La combinazione di alte temperature e di siccità osservate dell’anno 2022 non ha precedenti nel periodo storico preso in considerazione e ridefinisce il concetto di estremo. L’analisi dell’andamento giornaliero annuale evidenzia come al deficit pluviometrico abbiano contribuito soprattutto i primi tre mesi dell’anno. Infatti, il 9 dicembre 2021 ha avuto inizio un lungo periodo di “giornate secche” (precipitazione giornaliera inferiore a 5 mm/24h) che è terminato il 29 marzo 2022; tale serie di 111 giorni si è posizionata ufficialmente al secondo posto tra i periodi secchi invernali più lunghi degli ultimi 65 anni, dopo la stagione 1999-2000 (137 giorni).
Solo dicembre ha avuto un’anomalia pluviometrica positiva mentre tutti gli altri mesi sono risultati più secchi della norma. Agosto è stato il mese più piovoso dell’anno 2022 con 81.5 mm medi e un lieve deficit del 2%. Gennaio con soli 4.8 mm medi e un’anomalia negativa del 92% è risultato il mese più secco dell’annata. Il giorno più piovoso dell’anno è stato il 23 aprile con una media giornaliera di 31.6 mm sul territorio piemontese.
Figura 1. Precipitazione cumulata giornaliera media - anno 2022
Fonte: Arpa Piemonte 2023
I valori della precipitazione cumulata giornaliera media sono riferiti ad un punto medio posto a 900 m di quota. È evidente l’assenza di precipitazioni nei primi 3 mesi che portano la precipitazione media cumulata del 2022 ad un livello inferiore a quella del periodo 1971-2000.
TEMPERATURE
L’anno solare 2022 (gennaio-dicembre) è stato il più caldo osservato in Piemonte nell’intera serie storica 1958-2022 (Figura 1), con una temperatura media di circa 11.4°C ed un’anomalia termica positiva stimata di 2.3°C rispetto al trentennio di riferimento 1971-2000. Rispetto al trentennio di riferimento 1991-2020, la temperatura media annuale registrata in Piemonte è al di sopra alla norma con uno scostamento superiore a 4 deviazioni standard, ed è soltanto il secondo anno negli ultimi 65, in cui la temperatura media regionale ha superato la soglia degli 11°C: l’altra annata fu il 2015, seppur a debita distanza.
Nonostante l’estate 2022 sia risultata la seconda più calda dopo quella del 2003, i record assoluti di temperatura massima sono risultati quasi assenti, con l’unica eccezione del primato di Passo del Moro (VB), a 2820 m con 23.7°C il 27 giugno 2022. Inoltre, non sono stati raggiunti i 40°C come avvenuto in diverse estati passate. La caratteristica termica principale dell’annata 2022 è stata quindi quella di una temperatura frequentemente e quasi costantemente al di sopra della norma climatica, piuttosto che di periodi brevi di anomalie termiche positive intense come accaduto in passato.
Figura 2. Temperatura giornaliera media Piemonte - anno 2022
Fonte: Arpa Piemonte 2023
I valori sono riferiti ad un punto medio posto a 900 m di quota. La linea rossa rappresenta il valore massimo raggiunto nel periodo 1958-2021, la linea blu il minimo registrato nel periodo 1958-2021. Le aree rosse rappresentano i valori registrati nel 2022 sopra la media (linea nera continua) mentre le aree blu i valori del 2022 inferiori alla media. L’area in giallo rappresenta i valori di tutto il periodo che si trovano tra il 5° e il 95° percentile, le linee tratteggiate rappresentano la deviazione standard.
VENTO
Nel 2022 la velocità media annua del vento registrata nelle stazioni di riferimento per i capoluoghi di provincia è variata da 1.3 m/s, registrati a Boves, fino a 2.1 m/s ad Alessandria e a Oropa (BI), mentre la massima raffica (26.3 m/s) è stata misurata a Oropa (BI) il 7 febbraio, durante un evento di foehn.
Nel 2022 si sono avuti, complessivamente sulla regione, 78 giorni di foehn che risultano superiori alla media annuale del periodo 2000-2020 pari a 66.
NEBBIA
Nell’anno 2021 si sono verificati 118 giorni di nebbia ordinaria (visibilità inferiore ad 1 km), leggermente inferiori rispetto ai 122 attesi dalla climatologia recente del periodo 2004-2020. Invece sono mancati circa un terzo degli episodi annuali di nebbia fitta (visibilità inferiore a 100 m): 14 rilevati e 22 attesi dalla norma climatica. Tra i mesi in cui normalmente si verificano le nebbie fitte solo dicembre e marzo hanno avuto un numero di episodi nebbiosi superiore alla climatologia mentre i giorni di nebbia sono risultati inferiori a gennaio, febbraio, ottobre e novembre.
NEVE
L’inverno 2021-22 è stato caratterizzato da una siccità molto pronunciata su tutto l’arco alpino piemontese, le nevicate autunnali di scarso rilievo hanno determinato valori di neve al suolo e accumuli di neve fresca generalmente inferiori alla media già nel mese di dicembre, in particolare nei settori settentrionali; nei settori occidentali e meridionali invece il deficit risultava più contenuto e, per alcune stazioni, addirittura in media con i valori di ferimento. Con il proseguire della stagione la situazione è andata peggiorando a causa della mancanza di precipitazioni significative, determinando valori stagionali che sono stati ovunque sotto la media degli ultimi 40 anni.
I dati dell’aria
POLVERI SOTILI PM10
Il valore limite di concentrazione media annuale (40 µg/m3) non è stato superato nel 2022 in nessuna stazione della rete regionale. Si tratta del quinto anno consecutivo in cui tale limite è rispettato su tutto il territorio. Il valore di 40 µg/m3 è stato misurato nella sola stazione di traffico urbano di Torino - Grassi caratterizzata, sebbene con una tendenza decrescente negli anni, da valori medi sempre molto elevati.
Gli ultimi 20 anni mettono in evidenza, a livello regionale, una diminuzione complessiva del valore medio annuale, con una tendenza alla stabilità negli ultimi anni. Nel grafico sono riportate le medie annuali, su base regionale, dei tre tipi di zona (urbana, suburbana e rurale) nei quali sono ripartiti i punti di misura della rete; quella urbana si conferma come la più critica delle tre, malgrado la diminuzione complessiva dei valori misurati.
Si conferma tuttavia la difficoltà a garantire il conseguimento del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana (pari a 50 µg/m3, da non superare più di 35 volte per anno civile) su tutto il territorio regionale, nonostante il fatto che i valori limite annuali siano rispettati.
Il numero di stazioni con valore medio giornaliero superiore al valore limite di 35 giorni su base annua evidenzia ancora la presenza di superamenti in molte stazioni dell’agglomerato di Torino e in alcune aree urbane della Zona di pianura.
In Piemonte, nel 2022, tale valore è stato superato in circa il 41% delle stazioni contro il 38% dell’anno precedente.
Figura 3. PM10, andamento della media annua in Piemonte per tipologia di stazione - anni 2003-2022
Fonte: Arpa Piemonte 2023
Figura 4. PM10, andamento del superamento limite giornaliero in Piemonte per tipologia di stazione - anni 2003-2022
Fonte: Arpa Piemonte 2023
POLVERI SOTTILI PM2,5
Per il particolato PM2,5, che rappresenta la frazione dimensionalmente minore del PM10 e nella quale generalmente sono contenuti i composti più tossici, il valore limite per la protezione della salute umana è pari a 25 μg/m3 come media annuale. Nel 2022 tale limite è stato rispettato in tutte le stazioni piemontesi, sebbene con un lieve incremento nelle concentrazioni medie annue rispetto al 2021, nella maggior parte dei punti di monitoraggio. Rispetto agli ultimi anni i dati del 2022 rilevano in quasi tutte le stazioni una sostanziale stabilità dei valori misurati, seppur in un quadro di generale decrescita.
BIOSSIDO DI AZOTO
Anche nel 2022 è proseguita, sull’intero territorio regionale, la lenta diminuzione dei valori di NO2 rilevato negli ultimi 30 anni ed interrotto nel 2017 a causa di una meteorologia particolarmente sfavorevole alla dispersione degli inquinanti.
Il limite orario di 200 µg/m3, da non superare più di 18 volte l’anno, è stato superato solo due volte nel 2022 nell’agglomerato di Torino nella stazione di traffico urbano di Torino-Rebaudengo.
Il valore limite annuale per la protezione della salute umana pari a 40 µg/m3, calcolato come media su di un anno civile, è stato superato solo nelle stazioni di traffico di Torino-Consolata e Torino-Rebaudengo collocati in contesti caratterizzati da un intenso traffico veicolare e da un’intensa antropizzazione del territorio.
OZONO
La concentrazione media misurata nei mesi più caldi dell’anno, da maggio a settembre, vale a dire quelli più critici per questo inquinante, mostra un incremento dei valori in tutte le zone prese in considerazione (rurale, suburbana, urbana) rispetto ai nove anni precedenti, dovuto alla meteorologia che ha caratterizzato il 2022, creando le condizioni favorevoli allo sviluppo e alla permanenza di elevate concentrazioni di ozono troposferico.
Il valore obiettivo per la protezione della salute umana di120 μg/m3 da non superare più di 25 giorni per anno civile è stato superato nel 2022 in tutte le stazioni del territorio regionale. Si ricorda però che il superamento del valore obiettivo deve essere calcolato, a norma di legge, come media su tre anni.
L’ozono, fra gli inquinanti critici, è l’unico a non mostrare una netta tendenza di riduzione nel corso degli anni. Il numero medio dei giorni nei quali è superato il valore obiettivo denota infatti una sostanziale stabilità in tutte le zone, con variazioni di anno in anno legate alle caratteristiche meteorologiche. Nella serie risaltano in modo peculiarmente opposto l’anno 2003, durante il quale la situazione meteorologica ha fortemente favorito la formazione di ozono a causa dell’estate anormalmente calda, e il 2014 nel quale la meteorologia del periodo estivo, caratterizzata da un’elevata piovosità, ne ha invece sfavorito fortemente la formazione; il 2022 è stato uno dei più critici degli ultimi anni.
I dati dell’acqua
PORTATE DEI CORSI D’AQUA
Il 2022 può essere considerato un anno record per quanto riguarda i deflussi in Piemonte; infatti. si sono registrati i più alti scostamenti negativi rispetto ai valori storici di riferimento, poiché sono mancati eventi significativi nei mesi storicamente più piovosi e tutto l’anno è stato caratterizzato da diversi periodi asciutti.
L’anno è iniziato con un mese di gennaio caratterizzato da deflussi decisamente sotto la media praticamente ovunque, ad eccezione di Soana e Dora Baltea dove gli scostamenti risultano trascurabili. Febbraio e marzo sono stati nuovamente asciutti con deflussi sotto la media e scostamenti negativi anche oltre -80% a sud su Bormida e Belbo, e oltre il -60% su Orco e Stura di Lanzo a nord del Po, e. Anche nel mese di aprile la situazione è rimasta sostanzialmente invariata e quindi sotto la media.
Nonostante nel mese di maggio si siano verificate un numero di giornate piovose in linea con quanto ci si più attendere in questo periodo dell’anno, le portate dei corsi d’acqua hanno registrato ovunque rilevanti scostamenti negativi rispetto alla media storica di riferimento. Ad eccezione del Toce e della Dora Baltea che presentano scostamenti negativi inferiori al 30%, sui restanti bacini si sono registrati deficit fino al 70-80%. Per questo i valori medi delle portate fluviali registrate nel mese di maggio si sono attestati a livelli record: circa il 50% degli idrometri ha registrato il valore medio mensile più basso, per il mese analizzato, da quando sono in funzione.
A giugno e luglio, con il permanere di una situazione di deficit pluviometrico e insieme all’attivazione delle derivazioni ad uso irriguo, le portate dei corsi d’acqua del reticolo idrografico principale e secondario sono rimaste particolarmente critiche e hanno continuato a presentare rilevanti scostamenti negativi rispetto alla media storica di riferimento. In particolare, in alcune sezioni sullo Stura di Demonte e sul Tanaro lo scarto risulta superiore al 70% mentre sul Po il deficit risulta compreso tra il 40 e 80% circa.
L’estate si è quindi chiusa con un mese di agosto particolarmente instabile con frequenti temporali e apporti pluviometrici in media con il valore di riferimento, che però non sono bastati a ridurre l’importante scostamento negativo che ha continuato a caratterizzare le portate dei corsi d’acqua dell’intera regione, soprattutto nei bacini meridionali dove Tanaro e Stura di Demonte registrano scarti anche superiori al 70%. Lungo l’asta del Po la situazione è leggermente migliorata rispetto al mese precedente; infatti, sono stati registrati scarti negativi compresi tra poco meno del 40% e poco più del 50% alla sezione di chiusura del Po piemontese (Isola S. Antonio) che a fine luglio era a -70%.
Tale situazione, di scarsi apporti pluviometrici e importanti e significativi deficit negativi di portata, ha caratterizzato anche il periodo tardo estivo-autunnale complessivamente in tutta la regione. In particolare, i maggiori scostamenti negativi sono stati registrati nel mese di novembre: al sud su Scrivia, Bormida e Tanaro sono stati dell’ordine del 90%, mentre al nord su Toce e Sesia superiori al 70-80%.
L’anno 2022 si è poi concluso con un mese di dicembre con afflussi medi superiori alla media di riferimento, che hanno ridotto ma non colmato il deficit accumulato durante l’anno; alla sezione di chiusura del bacino del Po piemontese, sezione di Isola S. Antonio (PV), la portata media annua è risultata il 67% più bassa del valore medio storico.
I dati del territorio
CONSUMO DI SUOLO
I dati preliminari del consumo di suolo per il 2022 indicano che non si è invertita la tendenza di lungo periodo all’aumento del consumo annuale di suolo, inteso come sigillatura permanente dello stesso, ma che la velocità con la quale avviene il consumo è in aumento, ovvero ogni anno viene consumata una quantità di suolo maggiore dell’anno precedente.
Tabella1. Consumo totale e consumo aggiuntivo di suolo in Piemonte – anni 2012-2022
Centinaia di ha* |
2006 |
2007 2012 |
2012 |
2013 2015 |
2015 |
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2020 |
2021 |
2022** |
Superficie di suolo consumato |
1.608 |
|
1.661 |
|
1.667 |
1.671 |
1.676 |
1.681 |
1.685 |
1.690 |
1.696 |
n.d. |
Incremento per anno di suolo consumato rispetto al periodo precedente |
n.d. |
52,2 |
|
6,98 |
|
3,8 |
5,34 |
4,92 |
3,75 |
5,6 |
6,3 |
n.d. |
* dati arrotondati **dato di prossima pubblicazione |
Fonte: Arpa Piemonte 2023
CAMPI ELETTROMAGNETICI
Il rapporto tra il numero di impianti per telecomunicazioni e la superficie regionale, provinciale o comunale e il suo andamento nel tempo ci segnala la potenziale pressione di queste fonti e, confrontando i dati annuali, anche il suo andamento nel tempo, in questo caso guidato dalle trasformazioni tecnologiche.
La densità di impianti di telefonia, durante il 2022 e inizio 2023, ha mostrato un aumento marcato in circa metà delle province piemontesi (in particolare Asti, Torino e Verbania), soprattutto in relazione allo sviluppo della rete 5G, mentre il parametro risulta stabilizzato, o con lievi aumenti, nelle restanti province.
A livello regionale, la densità di impianti radio tv è invece diminuita nettamente: questo fenomeno è legato ad un riordino sia della rete radiotelevisiva, sia del catasto delle sorgenti (anche a seguito della riorganizzazione delle TV per permettere la liberazione della banda di frequenza a 700MHz destinata al 5G).
La potenza complessiva degli impianti per telecomunicazioni, parametro correlabile con l’intensità di campo elettromagnetico irradiata, ha avuto negli anni andamento crescente. Fino al 2011, il contributo preponderante è stato quello degli impianti radiotelevisivi. A partire dal 2012, però, la potenza complessiva di questa tipologia di impianti è andata stabilizzandosi intorno ad un valore di 1,1 milioni di W (sceso leggermente nel 2022), mentre ha continuato a crescere la potenza delle stazioni radio base per telefonia cellulare. Quest’ultima è in effetti passata da un contributo pari al 34% del totale nel 2006 all'84% del totale ad inizio 2023, superando decisamente il contributo degli impianti radiotelevisivi.
Figura 6. Andamento nel tempo della potenza installata in Piemonte – valore complessivo di impianti radiotelevisivi e di telefonia
SITI CONTAMINATI
Il numero totale di siti censiti nell’Anagrafe regionale cresce ogni anno in quanto rappresenta la traccia di tutti i procedimenti di bonifica che sono stati aperti nel corso del tempo. Per avere un quadro maggiormente rappresentativo della situazione è opportuno distinguere i siti con procedimento attivo da quelli con procedimento concluso; i procedimenti conclusi risultano più numerosi dei procedimenti attivi, consolidando un andamento positivo registrato negli ultimi sette anni, con un tasso di crescita maggiore per i procedimenti conclusi.
La situazione è peraltro destinata a migliorare ulteriormente in considerazione del fatto che alcuni procedimenti risultano formalmente ancora attivi ma, a bonifica sostanzialmente conclusa, sono in atto unicamente i monitoraggi post operam, necessari per arrivare alla certificazione finale del sito.
Per approfondimenti:
Maggiori approfondimenti sono disponibili sul portale “Lo stato dell’ambiente in Piemonte” all’indirizzo http://relazione.ambiente.piemonte.it.
Parole chiave: Qualità dell’aria, qualità delle acque, radiazioni ionizzanti, campi elettromagnetici, consumo di suolo, siti in bonifica, clima, precipitazioni, portate, temperature, nebbia, neve, vento