Il Covid e il comparto culturale: gli effetti sulle organizzazioni e sulla partecipazione

    di Luca Dal Pozzolo, Maria Giangrande, Elisa Toso, Lucia Zanetta, Osservatorio Culturale del Piemonte

    Che il settore culturale sia stato e sia ancora oggi tra i settori dell’economia più colpiti dagli effetti collaterali della diffusione della pandemia da Coronavirus è questione ampiamente condivisa: già nel giugno 2020 l’OECD[1] aveva individuato il settore culturale e creativo tra quelli più a rischio

    si sono poi succedute analisi e indagini promosse a livello globale, da organismi e istituzioni internazionali, ma anche a vari livelli territoriali, tutte accomunate dall’intento, ancora nel corso degli eventi  di fornire prime stime,  dei danni economici, occupazionali, produttivi e partecipativi subiti dal comparto e rilevabili nel breve termine.

    In Piemonte a partire da marzo 2020 l’Osservatorio Culturale ha avviato un monitoraggio degli effetti riscontrati dalle organizzazioni e dagli operatori culturali del Piemonte in relazione alle misure attivate per far fronte all’emergenza Covid[1]: una delle azioni intraprese è stata la predisposizione e somministrazione di una serie di questionari online che hanno seguito, dal punto di vista temporale, i vari Dpcm e Decreti Legge dai quali è dipesa la chiusura e la riapertura delle attività.

    Complessivamente hanno preso parte all’indagine, rispondendo almeno a una rilevazione, circa 800 organizzazioni culturali presenti sul territorio piemontese e circa 150 singoli operatori e freelance. Benché si tratti di un numero importante di soggetti impegnati nei vari comparti dell’organizzazione, produzione e distribuzione culturale sul territorio regionale, è bene ricordare che non coprono tutto il settore presente in Piemonte.

     

    Tabella 1. Organizzazioni culturali del Piemonte, suddivise per ambito di attività, che hanno partecipato almeno a una fase di monitoraggio

    FONTE: elaborazione OCP su dati organizzazioni culturali del Piemonte, 2021

    Accanto alle 4 survey on line, a completamento delle informazioni quantitative, sono state realizzate interviste e focus group a testimoni di settore, oltre al proseguimento delle rilevazioni e monitoraggi standard sulla partecipazione e fruizione culturale dei piemontesi.

     

    Analisi dei risultati

    Dal mix di tali strumenti di rilevazione congiuntamente all’analisi delle serie storiche di dati economici dell’OCP è stato possibile ricostruire il quadro di riferimento della situazione e mettere in evidenza grandezze chiave e aspetti rilevanti. Primo fra tutti la dimensione, seppur stimata per difetto, delle perdite nette e dirette del comparto che nel 2020 in Piemonte eccedono i 220 milioni di Euro. Per fornire un termine di paragone della dimensione di cosa si sia perso e della dinamica di abbattimento delle risorse, dovuta in prevalenza alla chiusura delle attività e alle mancate spese del pubblico, tale somma rappresenta pressappoco la stessa - tra i 230 e i 250 milioni di € - erogata annualmente a sostegno della cultura negli ultimi anni dall’insieme dei finanziatori: Stato, Regione, Comuni, Fondazioni Bancarie, erogazioni liberali.

     

    Occorre aver presente che gli effetti del Covid si sono drammaticamente abbattuti anche sulla dimensione occupazionale esacerbando la condizione cronica di fragilità e di intermittenza per talune professioni che caratterizzano il lavoro culturale, già evidente in tempi pre-pandemici. A livello nazionale l’ISTAT ha stimato per il quarto trimestre 2020 un calo, rispetto allo stesso periodo del 2019, del 12,8% nel numero di posizioni lavorative a tempo pieno e del 20,1% di quelle a tempo parziale.

    Tale dinamica risulta analoga a quella rilevata dall’OCP in occasione della quarta rilevazione condotta nel mese di aprile 2021: fra i soggetti rispondenti la riduzione complessiva dei lavoratori coinvolti a inizio 2021, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è del 16%. Prestando attenzione ai settori di attività, i fornitori di servizi al comparto culturale risultano i più colpiti (-43%), seguiti dai soggetti che si occupano di organizzazione di attività ed eventi (-20%) e di spettacolo dal vivo (-18%). Più contenuta, viceversa, la ricaduta sui musei (-10%) e, soprattutto, sulle biblioteche (-4%) dove, va ricordato, che essendo nella quasi totalità pubbliche amministrazioni, la stabilità occupazionale è maggiormente garantita. In questo quadro anche il coinvolgimento dei volontari, fondamentale supporto per lo svolgimento delle attività sui territori, viene dimezzato.

    La situazione è resa complessa anche dalle possibilità di accesso alle diverse forme di sostegno al reddito; infatti nonostante si sia ampliata la quota di coloro che ha potuto accedere agli ammortizzatori sociali - a inizio pandemia era il 37 % dei soggetti rispondenti ad averne beneficiato mentre ad aprile 2021 è salito a 68% - ne resta ancora escluso un numero importante di realtà.

     

    Tabella 2. Dipendenti, collaboratori e volontari nel 2020 e nel 2021 delle organizzazioni culturali del Piemonte suddivise per ambito

    Fonte: elaborazioni OCP su dati “Monitoraggio effetti Covid sul comparto della cultura in Piemonte”, 2021

    In tali condizioni ricomporre e ridefinire l’offerta culturale non è stato possibile per tutti: alla richiesta di una valutazione complessiva delle attività svolte nel 2020, oltre la metà delle organizzazioni segnala di aver più che dimezzato le iniziative, il 53% con una riduzione superiore al 50% e il 9% con un blocco completo di tutta la proposta.

    Incertezza del contesto, fragilità economica dovuta alle mancate entrate, debolezza organizzativa e riduzione della domanda anche nei periodi di riapertura sono i fattori che hanno influito negativamente sulle possibilità di realizzazione delle attività e sul blocco della programmazione, talvolta anche a breve termine.

    Ciononostante quasi 2/3 delle realtà rispondenti al monitoraggio ha realizzato nel corso del 2020 eventi, incontri o performance in streaming sperimentando nuovi format di produzione e offerta, riconoscendo a tali attività online un ruolo integrativo dell’offerta culturale per il futuro.

    Grafico 1 Organizzazioni culturali, suddivise per ambiti, che intendono continuare a proporre attività online in futuro

    Fonte: elaborazioni OCP su dati “Monitoraggio effetti Covid sul comparto della cultura in Piemonte”, 2021

     

    Ma al di là della necessità di integrazione tra offerta in presenza e digitale e delle incertezze con le quali il comparto dovrà fare i conti, come sarà l’offerta culturale che gli operatori culturali intenderanno progettare per il prossimo futuro? Emerge sicuramente la necessità di riconnettere l’offerta culturale in primis con i residenti, con i territori, l’esigenza di vivere appieno la cultura come occasione di socialità, collante delle comunità, luogo di incontro e confronto attorno a una proposta artistica. La metà delle organizzazioni partecipanti al monitoraggio ritiene che sarà importante integrare la proposta artistica con quella turistica (e ciò, in particolar modo per i musei e per chi organizza eventi) e il 43% che bisognerà rafforzare il rapporto con la scuola (in questo caso, soprattutto, le biblioteche e i soggetti del settore teatrale). Altri due temi, indicati con frequenza dalle organizzazioni, sono le giovani generazioni, target centrale per gli operatori dello spettacolo dal vivo, e il rafforzamento del rapporto con le comunità locali. 

     

    Grafico 2 Organizzazioni culturali e temi rilevanti per la progettazione culturale nel prossimo futuro

    Fonte: elaborazioni OCP su dati “Monitoraggio effetti Covid sul comparto della cultura in Piemonte”, 2021

    Accanto a tutte le difficoltà e le incertezze con cui il tessuto produttivo culturale piemontese si sta scontrando per ripensare il sistema d’offerta, va tenuto presente che le chiusure e le riaperture a singhiozzo dei luoghi di cultura e di socialità, la necessità di distanziamento fisico (che ancora potrebbe accompagnarci) e il repentino cambiamento nelle modalità di vita in generale imposto dalla pandemia portano a prefigurare un cambiamento nei comportamenti e nelle abitudini di consumo dei cittadini anche culturale. Probabilmente porteremo nella nostra storia futura alcuni di questi cambiamenti, e dovremo capire in quali modi incideranno sulle dimensioni della socialità modificando le precedenti consuetudini.

    Sebbene ci si interroghi ancora sulle combinazioni possibili tra le differenti modalità di fruizione, ovvero tra le modalità a cui eravamo abituati in epoche pre-Covid e quelle acquisite in questo anno e mezzo di pandemia, c’è una cauta fiducia nella ripresa della domanda.

    Sulla base dei monitoraggi mensili realizzati dall’Osservatorio, i consumi di cinema in sala e i flussi di visite nei musei e beni culturali del Piemonte relativi ai primi 8 mesi del 2021 mostrano i primi segnali di miglioramento della domanda di tali servizi culturali. Guardando esclusivamente i dati dei mesi da giugno ad agosto, periodo in cui le condizioni di apertura dei luoghi di cultura sono piuttosto simili in termini di distanziamento, contingentamento degli ingressi e capienza massima consentita, nel 2021 sono stati registrati dati migliori rispetto al 2020: il numero di visite realizzate nei musei del Sistema Museale Metropolitano di Torino da giugno ad agosto 2021 è cresciuto del 84% rispetto agli stessi mesi del 2020; mentre sono triplicati i biglietti venduti (+208 mila ) nelle sale cinematografiche di tutta la regione nei mesi di luglio e agosto del 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

    Certamente siamo ancora ben lontani dai risultati del 2019, ma la maggiore preparazione degli operatori culturali nella ripresa delle attività, unita alla voglia del pubblico di riconquistare spazi di socialità e bellezza e alla maggiore percezione di sicurezza data dall’estensione ad ampie fasce di popolazione dei vaccini, stanno timidamente facendo riavvicinare spettatori e visitatori alle attività culturali.

    Grafico 3 Visite nei musei del Sistema Metropolitano di Torino da giugno ad agosto nel 2019,2020, 2021

    Fonte: OCP su dati musei del Sistema Museale Metropolitano, 2021

     

    Conclusioni

    Dai dati e dalle considerazioni sin qui presentati emergono 3 esigenze fondamentali a garantire la sopravvivenza del comparto e a sostenere la partecipazione dei cittadini:

    1. trovare altre modalità di diffondere i contenuti culturali: sembra in qualche modo inevitabile una trasformazione profonda delle istituzioni culturali, che riguarda sia musei e beni, sia spettacolo dal vivo e altre attività in “editori di prodotti e di servizi culturali” da distribuire in una gamma amplissima di supporti, tra i quali il digitale giocherà un ruolo sicuramente crescente, senza affatto escludere la presenza dal vivo nelle sedi, nei beni culturali, agli spettacoli in presenza, che rimarrà modalità di fruizione centrale, insostituibile e non surrogabile, ma necessariamente inserita in uno scenario aperto di scelte riguardo alla fruizione secondo altre modalità di prodotti correlati, alternativi, integrativi e non sostitutivi.
    2. reperire risorse aggiuntive per compensare la diminuzione degli incassi di biglietteria, anche perché è probabile che non vi sia un ritorno completo – in un tempo breve – alle soglie di frequenza ammissibili pre-Covid. Ciò chiama in causa anche le istituzioni che dovrebbero riflettere sulle potenzialità di nuove forme di programmazione e di sostegno di piattaforme di diffusione di contenuti culturali aperte agli operatori, che per gran parte non dispongono delle risorse necessarie per una trasformazione dei modi di produrre e di distribuire secondo logiche multicanale.
    3. realizzare politiche di incentivo della domanda che siano in grado di risollevare la partecipazione anche attraverso un’espansione dell’azione culturale verso altri comparti economici e di servizi, dal welfare alla formazione.

     

    Per approfondimenti :

    I musei del Sistema Museale Metropolitano nei primi 8 mesi del 2021

    Il cinema in Piemonte. Pubblico e incassi nei primi 8 mesi del 2021

    La cultura in Piemonte. Oltre i dati, una questione di futuro

     

    Parole chiave: politiche culturali, covid, musei, cinema, industrie culturali

     

     

    [1] Per un confronto puntuale sulla metodologia di analisi adottata si rimanda al § 8 “Monitoraggio effetti Covid nei comparti della cultura in Piemonte” della Relazione Annuale 2019 “La Cultura in Piemonte. Il 2019 e le sfide del Covid nel 2020”, https://ocp.piemonte.it/doc/relazione_annuale/ocp_relazione-annuale-2019.pdf.

     

    [1] OECD, “Evaluating the initial impact of COVID-19 containment measures on economic activity”, 2020

    https://read.oecd-ilibrary.org/view/?ref=126_126496-evgsi2gmqj&title=Evaluating_the_initial_impact_of_COVID-19_containment_measures_on_economic_activity

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