Intervista a Paolo Manera, Direttore di Film Commission Torino Piemonte

    di Carlo Alberto Dondona (IRES Piemonte)

    Film Commission Torino Piemonte (FCTPTP) è una Fondazione senza fini di lucro, voluta e sostenuta finanziariamente dalla Città di Torino e dalla Regione Piemonte, che nel 2020 ne sono stati i soci fondatori. Lo scopo della Fondazione è la promozione del Piemonte, e del suo capoluogo Torino, come location e luogo di lavoro d’eccellenza per la produzione cinematografica, televisiva e audiovisiva:  attrarre produzioni italiane ed estere e nello stesso sostenere l’industria locale. Inoltre, la Fondazione svolge parallelamente attività di marketing, promozione e comunicazione in varie direzioni. Abbiamo intervistato il Direttore, Paolo Manera, per comprendere meglio il ruolo della Film Commission e che impatto ha avuto sul territorio torinese e piemontese in ormai venti anni di attività.

    L’anno scorso i torinesi si sono accorti della presenza dei set in città in maniera eclatante, certo non era la prima volta, ma le riprese di Fast&Furious hanno attirato migliaia di curiosi. Ma che cos’è e cosa fa la Film Commission?

    Sono 23 anni che FCTP esiste, è stata costituita nel 2000, come una Fondazione con  Città di Torino e  Regione Piemonte fra i soci fondatori, oltre a Fondazioni Bancarie e Camera di Commercio come soci sostenitori di realtà specifiche; negli anni ha sviluppato una rete di partnership con una serie molto ampia di realtà a livello piemontese, nazionale e internazionale. Quando si parla di partnership, soprattutto a livello locale, non intendo altri enti o fondazioni nell’area cinematografica, ma un’ampia rete di soggetti che interessano diversi settori; per intenderci: da altre fondazioni che operano nel sistema culturale -come il Teatro Regio, la Fondazione Piemonte dal vivo o il Polo del 900- ma anche una serie di partner che si occupano più specificamente di aspetti turistici del territorio, penso a VisitPiemonte e tutta la rete delle ATL. Più recentemente è stata stabilita una rete di più di cento comuni in tutto il Piemonte, che hanno siglato una serie di protocolli d’intesa per accentuare e      aumentare la quota di produzione audiovisiva sul territorio. Quando dico produzione audiovisiva uso una definizione anche codificata a livello nazionale relativa al      cinema e all’audiovisivo, intendendo non solo i lungometraggi per il cinema ma anche le serie tv, i documentari, i format televisivi e tutte le altre forme di produzione che      non solo attraverso  le sale cinematografiche e le reti tv, ma anche i canali pubblicitari o lo streaming, uniscono in forme diverse immagini e suoni per progetti sempre diversi.    

    Uno spettro molto ampio dunque..

    Noi ci occupiamo di sostenere, aiutare, agevolare sia i progetti nell’alveo culturale-artistico propriamente detto -cioè i lungometraggi e le grandi produzioni - ma siamo anche di sostegno alle produzioni commerciali di spot pubblicitari, videoclip, filmati industriali, shooting fotografici… insomma tutto quello che può avere a che fare con immagini, suoni, obiettivi di ripresa e il Piemonte.

    Questo vuol dire, per dare una metrica di sviluppo, che negli ultimi anni, dal 2019 in avanti, abbiamo superato “quota 200” come numero di titoli sostenuti all’anno. Alcuni di questi sono anche stati finanziati, cioè hanno beneficiato di incentivi economici come portatori di investimenti sul territorio, in termini di spesa qualificata, ( nella fattispecie, buste paga, fatture), oltre ad un ritorno d’immagine con      la partecipazione a festival, programmazioni televisive e diffusione, attraverso una rete articolata di servizi, incentivi economici ed eventi, in parte organizzati da altri soggetti e in alcuni casi organizzati direttamente da noi. Tra questi le anteprime sul territorio o la Torino Film Industry, una cinque giorni di incontri, dibattiti, meeting one-to-one fra i produttori e gli autori locali e la filiera nazionale e internazionale organizzata in contemporanea con il Torino Film Festival.

    È una cosa che somiglia un po’ alle borse del turismo, quando si mettono in contatto gli operatori del settore, ha quindi uno scopo “commerciale” di attirare investitori?

    Assolutamente sì, noi lavoriamo sempre su un doppio livello: attrazione e sostegno della filiera locale, e i due livelli sono strettamente intersecati, anche se non è sempre scontato. Uno specifico risultato del lavoro svolto dalla FCTP in questi anni è la costruzione di una filiera organizzata. E con questo intendo che, in alcune zone d’Italia e del mondo, la parola FCTP significa sostanzialmente messa a disposizione e promozione di location e cicli economici. Si viene a girare in un posto perché ci sono luoghi adatti ai set, come spazi e caratteristiche  e inoltre hai un ambiente adatto alle tue necessità.

    Come è cambiata, se è cambiata, negli anni la composizione delle produzioni realizzate? C’è una preponderanza di un prodotto rispetto ad un altro?

    È evidente che c’è stata una crescita negli anni, però non si tratta solo di una questione di semplici numeri; per esempio, paradossalmente, il 2018 è stato un anno molto positivo anche se in valore assoluto sono state realizzate solo 12 produzioni, molte meno rispetto al 2017, ma si sono fermate per le riprese parecchie settimane. Una serie tv può fermarsi un paio di settimane ma anche sei mesi. Ci sono tre sezioni, tre mondi: il lungometraggio o la serie tv è un primo, che ha un considerevole impatto. Se è una piccolissima produzione si può partire da un ordine di spesa sui 300 mila euro, per arrivare ad 1 milione per cose un po’ più complesse, fino ad arrivare a set da 10 milioni o più, che occupano 70-100 persone che possono anche quadruplicarsi per film come 007 Fast & Furious, moltiplicati poi per i giorni di riprese; nel caso specifico, quel film ha lasciato qualcosa come 4,2 milioni sul territorio piemontese.

    Il 2021 poi è stato un anno assolutamente eccezionale per l’attività della Fondazione che ha raggiunto i migliori risultati in termini assoluti dalla sua nascita ad oggi e ha rappresentato per la produzione cinematografica una stagione di elevata intensità produttiva, in netta controtendenza rispetto a molti altri settori. Sono stati ben 195 i progetti realizzati e sostenuti ad oggi grazie ai vari strumenti d’aiuto e ai vari fondi messi a disposizione di società di produzione nazionali e internazionali: 18 lungometraggi per il cinema, 13 serie TV, 49 cortometraggi, 30 documentari, 85 tra spot pubblicitari, reportage, format TV e videoclip. È però l’ammontare delle settimane di preparazione più quelle di riprese il numero che assume il valore più rilevante per quantificare il peso produttivo dei progetti realizzati: se nel 2019 le settimane di preparazione furono 73 e quelle di riprese 65, nel corso del 2021 sono state rispettivamente 103 e 135.

     

    Questi risultati sono riportati nel nostro bilancio sociale. FCTP ha stipulato un protocollo d’intesa con l’Università degli studi di Torino e con il Politecnico per la redazione di un bilancio che tenga conto dell’impatto sociale ed economico dell’attività e degli effetti moltiplicatori sulla spesa.

    Su certi prodotti è piuttosto semplice, ad esempio le serie tv, i documentari e i cortometraggi che hanno ricevuto specifici contributi attraverso bandi con la presentazione di un progetto ritenuto di interesse particolare, attraverso diverse formule come il patrocinio o il sostegno, e attraverso la costituzione di specifici fondi a supporto del cinema e dell’audiovisivo, a livello nazionale e regionale. Esiste la possibilità di cumulo e compresenza di diverse fonti di finanziamento, anzi fa parte del consueto fund raising.

    Ad esempio una pellicola può contare sul sostegno, finanziamento o agevolazioni da parte di Film Commission e inoltre, sul Piemonte Film Tv Fund, della Regione Piemonte con bandi specifici.

    Quali sono quindi i principali mezzi di finanziamento a disposizione?

    I fondi esistenti attualmente sono quattro. Il Piemonte Film TV Fund è gestito direttamente dalla Regione Piemonte ed è rivolto al sostegno delle imprese di produzione audiovisiva, cinematografica e televisiva, lungometraggi, serie o film tv ad alto impatto produttivo e distribuiti sui principali canali tv e piattaforme streaming. Il Fondo è una misura per favorire l’avvio di progetti e la crescita delle imprese già presenti sul territorio, o anche l’insediamento di nuove attività, è uno strumento decisivo, in grado di garantire una continuità produttiva di grande impatto - nel corso del solo 2021 sono stati finanziati 7 lungometraggi e 6 serie TV– e di concretizzare dal 2018 ad oggi una ricaduta territoriale diretta di quasi 26 milioni di euro (tra spese per il personale, forniture di beni e servizi, strutture ricettive) pari a 5 volte l’investimento iniziale, oltre ad una ricaduta indiretta e ad un forte ritorno promozionale e d’immagine.

    Gli altri tre fondi sono invece gestiti direttamente da FCTP e sono il Piemonte Film TV Developement Fund avviato nel 2029, che si rivolge alle imprese di produzione indipendenti con sede legale o operativa in Piemonte, con l’obiettivo di accrescere la loro capacità di sviluppare progetti che abbiano le potenzialità di circolare in Europa, oltre a facilitare le coproduzioni internazionali, anche con le emittenti televisive, attraverso un sostegno finanziario dedicato allo sviluppo di un singolo progetto di opera audiovisiva afferente alle seguenti categorie: lungometraggio di finzione come principale sfruttamento cinematografico; film Tv di finzione; serie Tv di finzione. È importante sottolineare che il tipo di sostegno accordato è molto vario e non è solo di natura finanziaria ma può andare dalla scrittura della sceneggiatura, alla creazione di storyboard, casting e ricerca professionalità, alla stesura del piano di fattibilità finanziaria o all’individuazione di contributori economici attraverso bandi sviluppo media della UE o del Ministero.

    C’è poi il Piemonte Doc Film Fund che è stato il primo fondo italiano per il sostegno al cinema documentario, istituito nel 2007, ha come finalità il sostegno al documentario per il suo valore culturale e al tempo stesso per la sua importanza strategica sul piano industriale, con l’obiettivo di professionalizzare e internazionalizzare ulteriormente il settore a Torino e in Piemonte, riconoscendone il valore artistico e industriale e le notevoli potenzialità, e di favorire la coproduzione tra soggetti operanti sul territorio e realtà esterne nazionali e internazionali. In questo caso il fondo è diviso in due sotto sezioni, lo sviluppo e la produzione; è possibile accedere ai bandi per una sola o anche per entrambe. Inizialmente il fondo ha sostenuto la produzione di documentari sul Piemonte ma da qualche anno si sta lavorando per sostenere anche quelle produzioni che parlano di altri luoghi e realtà e che possono quindi essere commercializzate all’estero così da aumentare l’appetibilità delle nostre imprese e poter partecipare a bandi di finanziamento internazionali per progetti in partnership. Sottolineo che i documentari di cui parliamo non sono quei format televisivi di mera promozione turistica, (che vengono agevolati con altre misure), ma si tratta di vere e proprie produzioni artistiche.

    Film Commission Torino Piemonte promuove infine lo Short Film Fund, dal 2014 una misura d’aiuto specifica con l’obiettivo di internazionalizzare e professionalizzare il settore e formare un vivaio di nuovi talenti.  Come si intuisce dal nome il fondo è dedicato al cortometraggio, inteso come una forma d’arte con una sua specifica identità, al tempo stesso un’esperienza importante per il mondo dei giovani autori e delle produzioni indipendenti, che trovano nel “corto” un primo accesso al mondo del cinema e alle dinamiche del set, un’area di libertà e sperimentazione fondamentale per sviluppare e testare nuove formule narrative e produttive.

    Spot pubblicitari, format televisivi sono largamente aumentati negli ultimi anni. La presenza di Torino è molto forte sui vari canali, ad esempio per Eurovision la tv francese ha realizzato una bella “cartolina” di 52 minuti “Escapadé à Turin”. Certo che attraverso il cinema e la tv si può generare turismo e il nostro compito è anche di sostenere quelle produzioni. Il Piemonte in un certo senso è stato capofila nel dimostrare come uno sceneggiato televisivo possa fare da traino turistico per una zona, pensiamo al successo di “Elisa di Rivombrosa” e la “scoperta” del Castello di Agliè. FCTP è nata nel 2000 e fino al 2006 è stata uno dei principali motori di comunicazione dell’idea che la città stava cambiando e, dopo le Olimpiadi, Torino si è posizionata nel mondo. In quegli anni sono stati girati film di successo, come “Dopo Mezzanotte” di Davide Ferrario o “Santa Maradona” o “La meglio gioventù” e anche serie come “100 vetrine”, tutte cose che hanno mostrato il fatto che era in atto un cambiamento e hanno fatto vedere la città. Successivamente FCTP ha avuto ruolo più  nel portare qui a girare importanti produzioni che, anche se esplicitamente non facevano riferimento a Torino o il Piemonte, sono state in tutto o in parte realizzate qui.

    Ma quale può essere il ritorno di immagine se non è possibile riconoscere i luoghi?

    Il fatto è che le produzioni non vengono qui solo per un banale motivo economico, perché costa meno, ma perché è funzionale alla produzione, ha le location migliori e più adatte. Poi basti pensare che il percorso cine turistico più famoso a Torino è quello legato al film “Profondo Rosso” di Dario Argento, che è ambientato a Roma ma tutti sanno che è stato girato a Torino e vengono a cercare quei luoghi. Il punto non è tanto se è esplicitamente chiarito o meno, ma la qualità del progetto e la riconoscibilità di una location o di un luogo simbolo. Il cineturismo nasce anche da quello che è l’effetto di incentivazione, da calcolare rispetto ad un prima e un dopo un singolo prodotto collegato ad uno spazio che fino a quel momento era fuori dalle rotte battute: il castello di Elisa o il paesino di Montalbano per citarne due. L’arrivo di un’ampia produzione in un luogo simile genera una riconoscibilità e un possibile attrattore turistico a cui deve accompagnarsi un indotto. Ora, per esempio, una città come Torino offre moltissimo e una produzione come Fast & Furious è arrivata in un momento in cui abbiamo dovuto coordinare le cose con la contemporanea presenza di Eurovision. Se una produzione internazionale di quel calibro decide di spostarsi, con anche alti costi di trasferimento, significa che qui c’era quel combinato disposto di valori positivi. E i torinesi mi pare abbiano accolto con enorme entusiasmo, assistendo alle riprese e facendo il tifo quasi come se fosse un evento sportivo.

    Torino ha per alcuni aspetti un rilievo internazionale enorme e confrontandomi con persone che hanno girato il mondo trovano che qui ci sia un enorme valore e ricchezza di professionalità.

    Da parte nostra è certo che dobbiamo fare in modo che i disagi per i cittadini siano ridotti al minimo, è però importante che si capisca che magari una strada chiusa o un parcheggio in meno si traducono      in maggiori entrate nel tessuto economico.

    Nel periodo del Covid si è fatto concretamente in modo che l’indotto collegato potesse ripartire al più presto ma anche che tutta una serie di figure professionali che operavano in altri settori, come il teatro, musica o spettacolo dal vivo, potesse lavorare, anche perché nel 2020 c’è stato un vero e proprio boom di produzioni e si è arrivati alla piena occupazione di chi abitualmente lavorava, trend che si è confermato l’anno scorso e sembra proseguire nel 2023. Il set di F&F non ha lavorato solo quelle due settimane in città, ma circa 200 persone sono state impegnate anche nei sei mesi precedenti, di cui un centinaio direttamente nella troupe più le comparse e altre professionalità come gli NCC, la guardiania, ristorazione. Insomma, un mondo; ci sono persone di altre regioni che sono venute a lavorare qua e alcuni si stanno trattenendo, il che evidenzia anche un aspetto legato alla formazione.

    Quindi qual è il fabbisogno di personale locale e quali strategie sono state messe in atto negli anni per incrementarlo?

    Il cineporto, questa struttura di accoglienza è una delle strategie. La strategia decisiva è stata quella di avere dei fondi che hanno nel dispositivo stesso un indicatore decisivo legato alla spesa del personale locale, incentivando fortemente le assunzioni e quindi la creazione delle necessarie professionalità. Contemporaneamente, altre case di produzione, hanno ormai valutato che anche senza appositi bandi e incentivi, è conveniente assumere personale locale, che ha tutte le competenze e consente di risparmiare su alcune      voci di costo, come trasferte e alberghi, e quindi investire maggiormente in altro. Alcune strategie combinate nel tempo hanno prodotto il risultato che oggi è normale che anche più produzioni contemporaneamente possano lavorare utilizzando attori, comparse e tecnici piemontesi. Addirittura, fra il 2020 e il 2021 si è presentato un “gioioso problema”:  cioè si è passati dal dover trovare abbastanza produzioni per soddisfare la domanda locale ad avere un eccesso di domanda e quindi dover trovare ancora più spazio e persone. Certo ci sono picchi nel corso dell’anno, specialmente in autunno e primavera, ma si può dire che ci sia stato un grande cambiamento in questi anni.

    A proposito di formazione, anni fa con il VRMMP si era investito su un centro di produzione multimediale e sulla formazione di personale adatto, che ne è stato di quella esperienza?

    Dal 2014 è stato affidato alla RAI, si è creata una nuova società la LUMIQ Studios che è partecipata dalla Città di Torino e da FCTP e sono state girate più stagioni di numerose serie tv di successo come “Non uccidere” o “I topi”  con Antonio Albanese o “Cuori” ed è diventato un teatro di posa punto di riferimento per la serialità televisiva essenzialmente RAI, poi alcuni spazi sono stati affidati, attraverso un bando, a società nel campo audiovisivo, doppiaggio e altro;  si sta comunque lavorando ad un sempre maggiore utilizzo degli spazi.

     

     

    Per approfondimenti

    https://www.fctp.it/

     

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