di Luca Dal Pozzolo, Maria Giangrande, Elisa Toso, Lucia Zanetta (Osservatorio Culturale del Piemonte)
Il sistema culturale piemontese nel 2023 ha mostrato una significativa resilienza, recuperando in gran parte condizioni simili al periodo pre-pandemico, ma al tempo stesso mostra cambiamenti che modificano il panorama delle abitudini, le gerarchie di valori, suggerendo una rinegoziazione dell'importanza attribuita a diverse forme di espressione e consumo culturale.
La ripresa, come mostrano i dati che verranno presentati di seguito, non è stata lineare in tutti gli ambiti, alcuni hanno avuto tempi più lunghi di altri nel riconquistare il pubblico, per altri permangono difficoltà molto probabilmente legate proprio ai profondi mutamenti socio economici intervenuti a partire dal 2020 e di cui la pandemia è stato solo il primo e più importante momento di rottura con il passato.
Analisi dei risultati
Musei, spettacolo e biblioteche nel 2023
Rispetto alla situazione del 2019, come anticipato il processo di recupero dal 2021 ad oggi ha evidenziato andamenti assai diversi tra le diverse produzioni culturali.
La dinamica più “esplosiva” ha riguardato – all’interno dello spettacolo dal vivo – i concerti di musica pop negli spazi aperti, la caduta di una costrizione durata quasi due anni che ha liberato il desiderio di condivisione e partecipazione ai grandi eventi collettivi: l’incremento del 2022 sul 2021, anno ancora parzialmente affetto da restrizioni, era del 464%, crescita confermata ancora nel 2023 che ha registrato un +15% rispetto all’anno precedente, ma assai più significativo il +32% del 2023 sul 2019, che indica il superamento della soglia raggiunta dall’ultimo anno della serie storica prima della pandemia. Non così brillanti gli altri generi di spettacolo che, salvo arte varia e circo, nella prosa, nella lirica, nella danza che sebbene recuperino si attestano nel 2023 su soglie leggermente inferiori comprese tra un 1% e un 4% in meno rispetto al 2019.
Per ciò che concerne i musei il recupero rispetto al 2019 – anno record di presenze – si è manifesta al principio con maggior lentezza, complice probabilmente un timore residuo dei luoghi chiusi e affollati e un’utenza meno giovane. Nel 2023 invece ha registrato un formidabile balzo in avanti, i 211 musei del Piemonte rispondenti al monitoraggio OCP hanno infatti raggiunto il numero record di 7 milioni di ingressi, il miglior risultato di sempre. Il pubblico cresce non solo rispetto all’anno precedente (+22%) ma anche rispetto al periodo pre-pandemico: si contano infatti 718 mila ingressi in più del 2019 (+12%). Guidano questa performance positiva il Museo Egizio, i Musei Reali, il Museo del Cinema, ai quali si aggiungono le brillanti prestazioni del Museo dell’Automobile, del Museo della Radio e della Televisione, del Museo delle Arti Decorative Accorsi-Ometto, di Palazzo Carignano, di CAMERA - Centro Italiano per la fotografia, del Museo Lavazza. Questa tendenza a una crescita forte e sostenuta nei beni rientranti nel Sistema Museale Metropolitano si conferma anche nei primi 8 mesi del 2024 che rispetto al 2023 registra un incremento del 14%.
Alla base di questa dinamica impetuosa contribuisce in maniera sensibile la crescita del turismo, soprattutto internazionale, fino a porre problemi per i picchi di occupazione delle sale museali e una condizione di sovraffollamento per i Musei più importanti e dell’area centrale. Si rilevano qui le avvisaglie di quei fenomeni di overtourism che proprio quest’anno sembrano esplodere in molte città d’arte e luoghi di vacanza in Europa, attraverso fenomeni di irritazione delle cittadinanze locali, ai quali la stampa ha dato ampio risalto.
Tabella 1. Ingressi mensili nei musei e beni culturali per sistema (2023)
Fonte: elaborazioni OCP su dati musei e beni culturali.
La dinamica più “esplosiva” ha riguardato – all’interno dello spettacolo dal vivo – i concerti di musica pop negli spazi aperti: l’incremento del 2022 sul 2021, anno ancora parzialmente affetto da restrizioni, era del 464%, crescita confermata ancora nel 2023 che ha registrato un +15% rispetto all’anno precedente, ma assai più significativo il +32% del 2023 sul 2019, che indica il superamento della soglia raggiunta dall’ultimo anno della serie storica prima della pandemia. Non così brillanti gli altri generi di spettacolo che, salvo arte varia e circo, nella prosa, nella lirica, nella danza sebbene recuperino si attestano nel 2023 su soglie leggermente inferiori comprese tra un 1% e un 4% in meno rispetto al 2019.
Più lenti e difficoltosi i recuperi dei Cinema e delle Biblioteche in Piemonte. I primi fanno registrare un -28,5% di biglietti venduti nel 2023 rispetto al 2019, anche se con un forte recupero sul 2022, e un -22,7% di incassi al botteghino sempre sul 2019. Indubbiamente il Cinema è stato doppiamente penalizzato, sia dai lunghi periodi di confinamento, che hanno rappresentato momenti di cesura rispetto alle abitudini di impiego del tempo libero, sia dalla crescente offerta delle piattaforme e della dotazione di Smart-TV con schermi di maggiori dimensioni, ad alta qualità e a costi abbordabili, per dotare le abitazioni di strumenti di riproduzione non certo paragonabili alla sala cinematografica, ma comunque di standard qualitativi incomparabili con le televisioni in uso solo qualche anno fa.
Per le Biblioteche, i ripetuti lockdown hanno incentivato i prestiti digitali, significativamente cresciuti attraverso MLOL–Media Library On Line, per poi stabilizzarsi dal 2021 in poi, mentre si assiste a una sensibile diminuzione degli utenti in sede.
Partecipazione, non partecipazione e fruizione di nuovi contenuti
A partire da quanto anticipato nell’introduzione sui cambiamenti nelle modalità di fruizione dei prodotti e servizi culturali, dall'analisi congiunta dei dati ISTAT, relativi all’indagine “Aspetti della Vita Quotidiana” 2023, e di quelli di IRES Piemonte, rilevati nell’ambito della consolidata analisi sul “Clima d’Opinione” 2024, mette in luce una significativa trasformazione nei comportamenti dei residenti in Piemonte riguardo alle loro attività ricreative. Tale cambiamento è in gran parte attribuibile alla crescente penetrazione delle tecnologie digitali.
Un risultato particolarmente rilevante è l'aumento nell'uso di Internet da parte dei piemontesi. L’81,3% - ha usato internet regolarmente nell'ultimo anno, con un incremento continuo negli ultimi dieci anni[1]. Questa diffusione ha facilitato l'affiorare di nuove modalità di fruizione culturale. In particolare, dall’indagine del 2024 IRES sul “Clima d’opinione dei piemontesi” emerge che lo streaming di contenuti audiovisivi ha raggiunto una diffusione notevole, con il 41,4% degli intervistati che ha dichiarato di guardare abitualmente film e serie TV online.
Grafico 1. Le attività culturali svolte dai residenti in Piemonte (2022-2024)
Fonte: elaborazioni OCP su dati Clima d’Opinione Ires
D’altro canto si è provato a tracciare un profilo descrittivo dei piemontesi che non prendono parte e non fruiscono delle proposte culturali. Sulla base dei dati 2024 del Clima d’Opinione sono state realizzate alcune elaborazioni di dettaglio per offrire elementi utili alla comprensione della non partecipazione. In Piemonte quasi 2 persone su 10 (18,5%) nel 2023 non hanno svolto alcuna attività culturale, dunque cosa hanno preferito fare e quali sono i motivi per i quali la dimensione culturale non appartiene al loro stile di vita? Il 63% di coloro che non hanno svolto alcuna attività preferisce fare altro nel proprio tempo libero - è molto e abbastanza d’accordo con l’affermazione proposta - mentre il 53% ritiene che il costo da sostenere per partecipare ad attività culturali sia troppo elevato. Il fattore economico va però interpretato con cautela, al di là del valore nominale di acquisto di un bene o servizio, possono esistere differenze sensibili nella percezione individuale di un costo che dipende dal valore attribuito al bene o servizio, ad esempio posso ritenere che il costo di un biglietto per una mostra sia elevato, ma non altrettanto per quello di un concerto pop o di musica leggera che solitamente in termini reali è molto più elevato.
Per poter iniziare a valutare la possibilità di un ampliamento del perimetro dei consumi culturali - tradizionalmente considerati dalla letteratura socio-economica dagli anni ’60 in poi - nella rilevazione 2024 sul “Clima d’Opinione” è stata inclusa la categoria dei videogame, per la prima volta, tra le differenti possibilità di fruizione culturale.
Non si tratta di un’analisi puntuale sulle modalità d’uso, tempo di utilizzo e generi preferiti, ma di un primo approccio al tema con l'obiettivo di iniziare a comprendere la dimensione del gioco e la sua diffusione tra i piemontesi e tracciare un profilo di coloro che hanno dedicato parte del proprio tempo ai videogiochi.
Ebbene nel 2023 tra le diverse pratiche culturali, l’8,5% dei piemontesi ha giocato anche ai videogames, di questi il 52% è di sesso maschile e il 48% femminile, con un’età media di 39 anni.
Grafico 2. Piemontesi che hanno giocato anche ai videogame per fasce d’età (2024)
Fonte: elaborazioni OCP su dati Clima d’Opinione Ires
Sebbene la fruizione di videogiochi sia più frequente tra gli under 24 e 35-44 anni e più parcellizzata tra gli over 64, riscuote un certo interesse anche nelle altre fasce d’età, segno di una pratica che attraversa le generazioni.
Il 43% dei piemontesi che hanno giocato ai videogames almeno una volta nel corso del 2023 abita nei piccoli comuni con meno di 10 mila abitanti, mentre il 28% nei centri urbani con più di 100 mila abitanti, identificabili con le città di Torino e Novara. Poco meno dell’80% dichiara di avere un tenore di vita nella media, mentre rispetto all’occupazione sempre che l’utilizzo di videogiochi sia appannaggio di chi svolge una professione impiegatizia, il 38%, o studi ancora, il 17%.
Grafico 3. Piemontesi che hanno giocato anche ai videogame per occupazione (2024)
Fonte: elaborazioni OCP su dati Clima d’Opinione Ires
Conclusioni
Stante i dati e le evidenze esposte appare chiaro che le sfide culturali per il prossimo futuro, anche a livello locale e in coerenza con i programmi di sviluppo regionale, non mancano; tradurle in un’operatività diffusa ed efficace è un orizzonte da condividere, negli obiettivi e nelle pratiche esemplari. Senza voler essere esaustivi nel determinare traiettorie puntuali di politiche, è possibile partire dall’individuazione di 3 nodi di sicura rilevanza per l’intero comparto culturale.
- L’assoluta strategicità del digitale richiede una riflessione sul “senso” del digitale, sul suo uso consapevole, sulla capacità di inventare nuovi processi e nuovi prodotti che sfruttino appieno le potenzialità ancora inespresse.
- La necessità di un ripensamento del rapporto tra beni culturali e turismo, che non demonizzi il valore economico del turismo, ma che tenga in conto del problema di gestione dei flussi turistici per evitare impatti antropici che rischiano di crescere di intensità e rappresentare fattori critici per la società locale.
- Per poter comprendere la portata e le forme di tali cambiamenti è necessario andare oltre i semplici dati quantitativi. La profonda trasformazione del modo in cui la società interagisce con la cultura appare oggi di matrice maggiormente qualitativa, ciò ha implicazioni dirette sui modelli di analisi e studio adottati sino ad oggi e significa che potrebbe richiedere ulteriori studi e analisi per essere pienamente compresa.
Parole chiave: resilienza, partecipazione culturale, nuovi modelli di consumo culturale
[1] Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana