L’impatto del lockdown in Piemonte: le stime della SVIMEZ

    A cura di Luca Bianchi, SVIMEZ e Carmelo Petraglia, Università della Basilicata

    Presentiamo un approfondimento per il Piemonte delle stime territoriali SVIMEZ sull’impatto economico e sociale del Covid-19 (SVIMEZ, 2020). L’impatto del blocco produttivo per il contenimento della diffusione del virus viene valutato stimando le perdite di valore aggiunto e la quota di unità locali e addetti interessati dal lockdown nell’industria e nei servizi. Le stime disaggregate a livello provinciale si basano sull’incrocio delle stime SVIMEZ con i dati comunali ISTAT su imprese, addetti e risultati economici nei settori attivi e sospesi (ISTAT, 2020).

    Quanto è costato un mese di lockdown in Piemonte

    La Tabella 1 riporta le stime della SVIMEZ sul valore aggiunto “perso” a causa del blocco produttivo seguito ai DPCM dell’11 e del 22 marzo 2020. Oltre a “contabilizzare” il valore aggiunto interessato dall’interruzione delle attività nei settori formalmente chiusi, le stime tengono conto sia degli effetti di rallentamento sulle attività di servizi che hanno continuato ad essere domandati dai settori chiusi (energia e trasporti), sia della continuità produttiva che ha interessato alcuni settori formalmente chiusi ma che hanno in parte proseguito le proprie attività in modalità smart working. Basandosi sui sistemi dei conti nazionali, inoltre, le stime espresse in percentuale del totale economia tengono conto della componente non osservata di quest’ultima. 

    Tab. 1 – I costi del lockdown sulle imprese

    Quota interessata dal blocco (in % sul totale economia) Minor V.A. per mese di blocco (mln euro) Minor V.A. per mese di blocco (euro pro capite) Minor V.A. per mese di blocco (in % sul totale economia)
    37,9 3.816 874 3,2
    36,7 47.602 788 3,1
    38,8 28.159 1.015 3,2
    34,5 9.672 804 2,9
    33,5 9.770 473 2,8

    Fonte: Elaborazioni SVIMEZ su dati ISTAT – Contabilità Nazionale.

    In Piemonte la quota di valore aggiunto interessata dal lockdown viene stimata al 37,9% del totale economia, oltre un punto percentuale al di sopra della media nazionale, ma altrettanto al di sotto della media del Nord. Si tratta, in valore assoluto, di circa 3,8 miliardi di euro per mese di lockdown, il 13,5% dei 28 miliardi complessivi di tutte le regioni del Nord, e l’8% del dato Italia (47,6 miliardi). Anche sulla base dei valori pro capite il Piemonte si colloca in una posizione intermedia tra le medie delle regioni del Nord e la media nazionale: 874 euro contro gli oltre 1000 del Nord e i 788 della media italiana. Più omogeneo il dato espresso in percentuale del valore aggiunto del totale economia, intorno al 3%.  

     

    Come si è distribuito il costo del lockdown tra le province del Piemonte

    La quota di attività sospese in regione è stata più alta nell’industria che nei servizi. Nell’industria ha interessato il 65% delle unità locali e il 63,5% degli addetti del comparto. Le prime tre province con una maggiore incidenza di unità locali sospese risultano, nell’ordine, Biella, Verbano Cusio Ossola e Novara; la graduatoria, in termini di addetti, cambia: Biella, Torino e Verbano Cusio Ossola. La quota di servizi sospesi, sia in termini di unità locali che di addetti, non ha raggiunto in media il 50% in Piemonte.

     

    Tab. 2 – Unità locali e addetti “sospesi” nell’industria e nei servizi nelle province del Piemonte

        Industria Servizi
        In % totale industria In % Piemonte In % totale servizi In % Piemonte
        Unità locali Addetti Unità locali Addetti Unità locali Addetti Unità locali Addetti
    Alessandria   63 57,7 10 8,4 43,4 42,1 9,4 9,3
    Asti    61,8 60 5,4 4,1 44,7 41,5 4,6 4,3
    Biella   68,5 72 4,8 5,1 48,1 43,4 4,1 3,9
    Cuneo   61,8 55,4 16,6 14 48,1 43,7 13,5 14,2
    Novara   67,6 66,8 8,8 9 47,5 44,2 8,1 8,2
    Torino   65,8 69,1 46,5 52,3 45,3 41,5 52,9 53,1
    Verbano Cusio Ossola    67,7 67,3 4 2,8 48,3 45,2 3,9 4
    Vercelli   63,8 59,4 4 4,3 46,5 39,9 3,5 3,2
    Piemonte   65 63,5 100 100 46,5 42,7 100 100

    Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT – Frame.

    Dei 3,8 miliardi di euro di valore aggiunto persi per mese di lockdown provengono per il 56% (2,1 miliardi) dai servizi e per il rimanente 44% dall’industria (1,6 miliardi). La provincia che contribuisce maggiormente alla perdita complessiva di v.a. regionale sia in termini assoluti (circa due miliardi di euro per mese di blocco) che in termini pro capite (923 euro) è Torino. 

    La diversa composizione settoriale delle economie provinciali determina contributi piuttosto diversi tra i settori. In particolare va segnalato l’impatto molto forte del blocco delle attività industriali nella provincia di Biella dove oltre il 53% della perdita complessiva di valore aggiunto è ascrivibile al settore dell’industria (435 euro pro capite); al contrario le provincie di Alessandria e Verbano Cusio Ossola concentrano oltre il 60% della perdita di valore aggiunto nel settore dei servizi.

     

    Tab. 3 – Quanto è costato un mese di lockdown nelle province del Piemonte

      Industria Servizi
      Minor V.A. per Minor V.A. per Minor V.A. per Minor V.A. per Minor V.A. per Minor V.A. per
    mese di blocco mese di blocco mese di blocco mese di blocco mese di blocco mese di blocco
    (mln euro) (euro pro capite) (in % sul totale industria) (mln euro) (euro pro capite) (in % sul totale servizi)
    Alessandria 119,7 284 55,9 257,2 611 34,8
    Asti  59,3 276 58,2 72,8 339 32,3
    Biella 76,4 435 70,6 67,4 384 34,8
    Cuneo 230,4 393 51,5 261,5 445 33,9
    Novara 143 387 63,7 171,1 464 39,1
    Torino 902,8 400 67,9 1182,2 523 32,8
    Verbano Cusio Ossola  37,6 237 62,5 61,9 391 35,9
    Vercelli 57,8 338 56,8 52,9 310 30,8
    Piemonte 1627 373 60,9 2127 488 34,3

    Fonte: Nostre elaborazioni su dati SVIMEZ e ISTAT – Frame.

     

    L’esercizio riportato, pur con i limiti di una eccessiva aggregazione settoriale, se da un lato conferma la pervasività della crisi tra settori e territori, dall’altro offre una prima fotografia della disomogeneità territoriale delle caratteristiche di tale impatto. Una disomogeneità che sembra dipendere dalle diverse specializzazione produttive e dalle differenti strutture sociali dei territori. Gli stessi fattori che con ogni probabilità saranno determinanti nel definire sentieri di ripresa altrettanto differenziati. Il Covid-19 e il conseguente lockdown hanno impattato maggiormente nel cuore produttivo della Regione, dove è maggiore il peso dell’industria, uno dei comparti più interessati dal blocco delle attività produttive, e di quei servizi avanzati la cui domanda dipende dal manifatturiero. Settori che potrebbero anche evidenziare una maggiore elasticità alla ripresa. Al contrario, aree caratterizzate da minor densità produttiva e più legate alla ripresa dei servizi (in particolare turistici) potrebbero sperimentare sentieri di ripresa più lenti, esponendo soprattutto le aree interne del territorio regionale ai rischi di un ulteriore indebolimento del tessuto sociale. Se non presi nella giusta considerazione, questi elementi condizioneranno anche l’efficacia delle politiche economiche, prima di salvaguardia e poi di rilancio, del Governo nazionale e delle Amministrazioni locali.

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