di Marco Carpinelli, Sara Macagno (IRES PIEMONTE)
Il monitoraggio dei flussi energetici è un’operazione indispensabile e fondamentale per chiunque voglia intraprendere la strada dell’efficienza energetica di un determinato sistema edificio-impianto, in quanto non è possibile gestire ciò che non si può misurare. Qualunque intervento di razionalizzazione energetica richiede la conoscenza da parte degli Energy Manager, dei consumi energetici il più possibile disaggregati e organizzati per centri di costo, per tipologia di vettore energetico e per tipologia di servizio reso all’interno della struttura in esercizio.
L’elaborazione di questi dati consente la determinazione di indicatori di prestazione energetica specifici, riferiti per prodotto o per servizio reso. Il controllo e il monitoraggio di questi indicatori fornisce indicazioni circa l’efficienza con cui è utilizzato un flusso energetico oltre che su eventuali anomalie di funzionamento.
IRES Piemonte analizza consumi e spesa per la fornitura dei vettori energetici dal 2010 attraverso un processo di monitoraggio annuale del patrimonio ospedaliero pubblico regionale che prende in considerazione diversi aspetti relativi agli edifici. Tra questi, i consumi energetici (e la spesa correlata) sono uno degli aspetti indagati che ad oggi hanno portato a definire un database grazie al quale vengono annualmente realizzate analisi su dati aggregati per anno, per Azienda Sanitaria e per singolo Presidio Ospedaliero. I dati estrapolati fanno parte degli strumenti gestionali che la Regione Piemonte può mettere in campo, ad esempio, per ottenere risparmi sull’acquisto dei vettori energetici relativi a gare per l’approvvigionamento centralizzato di energia elettrica e gas, applicazione di contratti EPC o per il conseguimento degli obiettivi comunitari riguardanti il clima. Per il raggiungimento di tali obiettivi alcune ASR hanno attivato da alcuni anni interventi di efficientamento energetico basati sul monitoraggio dei consumi energetici al fine di strutturare azioni mirate con lo scopo di ottenere risultati concreti e misurabili.
Le strutture regionali
La maggior parte degli ospedali pubblici piemontesi è stata realizzata prima del ’90 e quindi prima che entrasse in vigore la Legge 10/’91, prima legge riguardante il risparmio energetico e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili. Le strutture ospedaliere, un tempo di carattere monumentale, mal si adattano alla continua evoluzione dei bisogni di cura essendo poco idonee agli usi attuali e quindi scarsamente disponibili alla realizzazione d’interventi per l’adeguamento o l’innovazione. Per rispondere a queste nuove esigenze, il sistema sanitario risponde sia con la chiusura dei vecchi edifici e la realizzazione di nuove strutture (a fine 2020 è entrato in funzione il Nuovo Polo Sanitario di Venaria e da luglio 2020 è entrato in funzione il Nuovo Ospedale di Verduno “Michele e Pietro Ferrero” e sono stati conseguentemente trasformati in strutture territoriali gli ospedali di Alba e Bra), sia con i lavori di riqualificazione delle strutture esistenti.
Gli interventi di riqualificazione rappresentano indubbiamente lo sfida maggiore sia per la complessità, tipologia ed età degli edifici su cui si interviene. Questo quadro è confermato dalla ricognizione realizzata da Environment Park per l’ex Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari della Regione Piemonte tra il 2008 e il 2010. Il progetto “Controllo dei consumi energetici dei presidi ospedalieri” approvato con D.G.R. N. 61-10040 del 10/11/2008, aveva lo scopo di misurare oltre i consumi e la spesa per i vettori energetici dei PO regionali anche:
- le caratteristiche dell’involucro edilizio: tipologia di superfici verticali opache e trasparenti, epoca di costruzione dei singoli corpi di fabbrica, eventuali ristrutturazioni che hanno avuto incidenza in ambito energetico
- le caratteristiche dimensionali: numero corpi fabbrica, planimetrie con destinazioni d’uso dei diversi locali, superfici e volumi con distinzione delle aree condizionate e/o riscalda-te, superfici delle murature perimetrali e dei serramenti
- le caratteristiche impiantistiche: numero, potenza installata, anno di installazione, stato conservativo.
I dati rilevati rendevano evidente una situazione di criticità generale. Esaminando i PO nel loro complesso, risultava:
- coperture (a falda o piane) per il 66% prive di isolamento
- murature verticali per l’84% non isolate e quindi con un valore di trasmittanza media presunta[1] variabile tra 1,10 e 1,39 W/m2K, cioè circa 4 volte il valore attuale per legge
- serramenti per il 55% a vetro singolo di cui solo il 34% con telai a taglio termico[2].
Non tanto diverso è lo stato rilevato degli impianti come i generatori di calore, vapore e gruppi frigoriferi. Essi risultavano vetusti, installati tra gli anni ’80 e 2000, e in molti casi in condizioni precarie di manutenzione.
Dalla situazione rilevata nel 2010 ad oggi, diversi interventi di ammodernamento impiantistico e strutturale sono stati messi in campo anche se non hanno portato ad una diminuzione dei consumi complessivi di tutto il comparto ospedaliero regionale. Anzi, come evidenziato nel grafico in Figura 1, il dato del consumo complessivo di energia (somma di energia elettrica e termica[3]) rilevato dal 2010 al 2020[4], ultimo dato ad oggi disponibile, ha subito un aumento percentuale dell’11%. In particolare è la componente energia elettrica ad essere aumentata dal 2014 in poi con un incremento tra il 2010 e il 2020 del 20%.
È difficile indagare le cause di queste variazioni soprattutto con dati a livello così aggregato e macro. Indubbiamente, però, sull’aumento del fabbisogno di energia elettrica incide il cambiamento climatico con l’innalzamento medio delle temperature primaverili ed estive da contrastare, per ottenere un adeguato confort termico nelle strutture sanitarie, con impianti di climatizzazione più diffusi e potenziati. Altro driver che incide su questa variazione verso l’alto è l’aumento, nell’ultimo decennio, del potenziale tecnologico in termini di macchinari diagnostici nelle strutture ospedaliere.
Figura 1. Consumi medi annui di energia elettrica e termica dei Presidi Ospedalieri della Regione Piemonte
Fonte: elaborazione a cura degli autori
L’efficienza energetica delle strutture
Negli ultimi anni gli sforzi atti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici nel nostro Pese sono stati sempre più consistenti e coadiuvati da incentivi ad hoc. L’obiettivo non è stato quello di ottenere unicamente un risparmio economico ma anche di avere un occhio di riguardo per l’ambiente, riducendo sprechi e preservando le risorse naturali. Tutto questo è stato reso possibile grazie alle recenti normative sull’efficienza energetica e l’obbligatorietà della certificazione energetica che di fatto ha reso comprensibile, anche ai non addetti ai lavori, tematiche che fino ad una decina di anni fa risultavano totalmente oscure.
In conseguenza a ciò, le ASR piemontesi hanno intrapreso, in particolare nell’ultimo quinquennio, diverse azioni con lo scopo di ridurre i consumi e la spesa per i vettori energetici delle proprie strutture sanitarie. A partire dal 2015 IRES Piemonte ha avviato anche una rilevazione qualitativa dei principali interventi di riqualificazione energetica effettuati e un’indagine ad hoc sulla presenza o meno degli APE - Attestati di Prestazione Energetica e delle Diagnosi Energetiche per le strutture ospedaliere regionali. Lo scopo è stato quello di capire su quale tipologia di interventi di efficientamento energetico le ASR si concentrano, i livelli di classe energetica raggiunti, quali e quanti presidi sono stati riqualificati e quali, fra quelli che ancora necessitano di interventi riqualificativi, sono stati già soggetti a Diagnosi energetica e quindi risultano pronti per essere riqualificati.
Figura 2. Interventi di efficientamento energetico - periodo 2010/2020[5]
Fonte: elaborazione a cura degli autori
Il grafico in Figura 2 rappresenta in percentuale i principali interventi di efficientamento energetico realizzati nelle 50 strutture ospedaliere regionali, ciò che è emerso è che negli anni si sono nettamente incrementati le installazioni dei sistemi per il monitoraggio dei consumi energetici, i cosiddetti BEMS - Building Energy Management System (forse a causa del fatto che molte ASL si sono appoggiate a delle ESCo - Energy Service Company, che per intervenire, richiedono un’analisi preventiva dello stato di fatto) e in seguito sono stati via via sostituiti gli impianti più vecchi e più impattanti dal punto di vista dei consumi: gruppi frigo, nuove UTA - Unità di trattamento d’aria, serramenti più efficienti ed ammodernamento degli di climatizzazione estiva.
Invece, tra gli interventi realizzati meno frequentemente, ci sono tutti quelli relativi all’isolamento dell’involucro esterno (cioè pareti verticali, serramenti e coperture) che, quando effettuati, sono nella maggior parte dei casi di carattere puntuale e non integrati all’interno di un vero e proprio progetto di riqualificazione energetica completo.
Sempre in Figura 2, sotto la voce “Interventi minori” sono stati racchiusi una serie di interventi più costosi o che hanno meno impatto sui consumi rispetto ad altri, quali: pannelli FV e termici, sistemi di recupero calore, valvole termostatiche, generatori di vapore, allacci al teleriscaldamento.
Grazie però al coinvolgimento delle ESCo, e al ricorso agli ultimi bandi POR FESR regionali, alcuni interventi di riqualificazione più articolati e completi, sono stati effettivamente realizzati e questo ha inciso significativamente sulla classe energetica di alcuni presidi.
In Figura 3 sono sintetizzati i risultati dell’indagine sui Certificati energetici e le Diagnosi effettuate negli ospedali regionali. Si può vedere che dal 2017 in avanti è stato rilevato un aumento d’interventi di riqualificazione energetica e diverse strutture hanno nettamente migliorato la propria classe energetica: considerando che dall’indagine svolta nel 2010 dall’A.Re.S.S. in cui la classe energetica media rilevata oscillava tra la E e la F (riferita alla normativa energetica dell’epoca), per alcuni presidi la situazione è nettamente migliorata.
Figura 3. Incidenza delle classi energetiche e degli anni di emissione degli APE nei PO regionali
Fonte: elaborazione a cura degli autori
Al 2020, 19 presidi ospedalieri hanno concluso lavori di riqualificazione energetica certificati con un APE (emessi in prevalenza nel 2019) che attesta la classe energetica dell’intero edificio (16 edifici) o per alcuni casi (3 edifici) su parti di esso.
Emerge che i presidi ospedalieri hanno migliorato in media la propria classe energetica con valori prevalenti superiori alla classe D: il 31% degli edifici che presentano un APE risulta in classe D, mentre il 38% risulta in classe C. Alcuni edifici (il Civico di Chivasso ed alcuni reparti del San Luigi di Orbassano) hanno raggiunto la classe A1 con APE emessi nel 2019.
Per quanto riguarda le Diagnosi energetiche, che di fatto sono la fase antecedente l’inizio di lavori di riqualificazione energetica la cui fine è poi certificata con un APE, si rileva, che a partire dal 2014 esse sono presenti su 23 Presidi Ospedalieri e che una decina delle quali sono state effettuate nell’anno 2018.
In generale, l’attenzione ad effettuare le Diagnosi Energetiche è sempre maggiore soprattutto nel caso in cui si attuino nelle strutture sanitarie contratti di Servizio Energia con il coinvolgimento delle ESCo, poiché essa è una procedura sistematica volta a fornire un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un sistema edifico-impianto, al fine di individuare e quantificare le reali opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici, individuando criticità e margini di miglioramento.
Conclusioni
Come attestato negli anni le ASR hanno effettuato interventi, puntuali o più organici, sulle proprie strutture ai fini di migliorare l’efficienza energetica degli edifici. La questione cruciale è reperire fondi e risorse per realizzare gli interventi di retrofitting necessari. Fondi che hanno carattere di straordinarietà rispetto ai fondi di gestione ordinaria delle strutture con i quali si coprono i costi di approvvigionamento dei vettori energetici.
Dal monitoraggio realizzato nell’ultimo decennio, si è rilevato che la Regione Piemonte spende mediamente (Figura 4) per l’approvvigionamento dei vettori energetici primari relativi ai soli Presidi Ospedalieri, circa 75,2 milioni di euro l’anno. La ripartizione tra spesa media annua di energia elettrica e termica è rispettivamente di circa 42,7 milioni e 32,5 milioni di euro.
Figura 4. Spesa annua dei vettori energetici sostenuta dagli ospedali pubblici regionali
Fonte: elaborazione a cura degli autori
Molte variabili influenzano questi dati: trend dei mercati, variabili climatiche, condizioni di approvvigionamento dei vettori e condizioni contrattuali specifiche, pertanto a questo livello di aggregazione non è semplice dare una interpretazione univoca agli andamenti sopra esplicitati. Rileviamo, però, che negli ultimi 5 anni, come riassunto nella tabella seguente, i valori medi di spesa per unità di energia elettrica e gas metano non hanno subito sostanziali oscillazioni mantenendosi pressoché stabili, ma la situazione a partire, dal monitoraggio del 2021, indubbiamente sarà diversa rilevando l’aumento dei prezzi dei vettori energetici già iniziato nel 2021 e acuito ancor di più dall’instabilità del mercato causata guerra in Ucraina scoppiata a primavera 2022. Si assisterà, quindi, ad un aumento generale dei costi di energia elettrica e gas che andrà ad incidere probabilmente in modo sostanziale sul bilancio ordinario delle aziende sanitarie pubbliche.
Tabella 1. Valori medi della spesa unitaria dei vettori energetici sostenuta dai PO piemontesi
Fonte: elaborazione a cura degli autori
A tal proposito, la FIASO - Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere[6], in una lettera rivolta al ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e al ministro della Salute, Roberto Speranza, ha chiesto uno stanziamento di 500 milioni di euro per sostenere le aziende sanitarie pubbliche nel far fronte all’aumento stimato del 30% in più dei costi energetici nel 2022; sempre ad opera di FIASO, è stato pubblicato un decalogo con dieci buone pratiche da adottare per consentire una riduzione del consumo di energia nelle ASL e negli ospedali pubblici, nel tentativo di attutire in parte i rincari di energia elettrica e gas.
Le buone azioni proposte spaziano dalla nomina dell'Energy Manager, all’adozione di cogenerazione e fotovoltaico per coprire parte del fabbisogno energetico, ad interventi di efficientamento energetico degli involucri edilizi e delle centrali termiche fino al coinvolgimento diretto dei dipendenti nell'adozione di comportamenti responsabili (come lo spegnimento delle apparecchiature al termine dell'utilizzo o l'attivazione del risparmio energetico in fase di standby) con la finalità di ridurre fino al 12% circa i consumi energetici che gravano sul sistema ospedaliero.
Per far fronte all’aumento delle bollette energetiche le ASR piemontesi non possono che cercare vie per migliorare l’efficienza energetica delle strutture sanitarie.
Nel PNRR cifre rilevanti sono dedicate agli investimenti nel settore edilizio del SSN, la misura di investimento denominato “M6C2 1.2 Verso un ospedale sicuro e sostenibile” che ammonta circa a 1.638.850.000 euro, e che sembrerebbe essere lo strumento più specifico per efficientare dal punto di vista energetico il parco edilizio sanitario, ha, però, un accento particolare verso interventi per riqualificazioni e adeguamenti in materia di antisismica.
Ritornando a livello regionale, si rileva, che da tempo le ASR piemontesi ricorrono al meccanismo del Partenariato Pubblico Privato con la collaborazione di società come le ESCo. Si tratta di un meccanismo, per il quale il committente pubblico può fare realizzare alla ESCo stessa degli interventi di efficientamento energetico tramite investimenti privati che vengono poi remunerati nel medio periodo con un canone confrontabile con quello consolidato per la spesa connessa ai servizi energetici.
Negli ultimi anni il ricorso a questa forma contrattuale è andato via via aumentando, rileviamo, infatti, che nel 2020, 13 ASR piemontesi su 18 avevano attivo un contratto pluriennale di Servizio Energia con una ESCo.
Le ASR piemontesi possono inoltre avvalersi di specifici bandi legati ai fondi europei, soprattutto attraverso i Programmi Regionali POR- FESR e Fse+, che con la nuova programmazione 2021-20217 conterranno misure specifiche sull’efficientamento energetico dei presidi ospedalieri così come è stato nella precedente programmazione 2014-2020.
Bibliografia
Autori vari, (2021), Rapporto Annuale Efficienza Energetica, ENEA, ROMA
Peretti C., (2016), Monitorare per migliorare, UTET, Milano
Belcastro F., Di Santo D., Fasano G. (2010), Indici di benchmark di consumo per diverse tipologie di edificio e all’applicabilità di tecnologie innovative nei diversi climi italiani negli edifici ospedalieri - Report RdS/2010/196, ENEA
Per approfondimenti:
Parole chiave: ospedali, monitoraggio, efficienza energetica
[1] Valori calcolati in base all’età dell’edificio ed estrapolati dalle norme UNI-TS 11300
[2] Cioè sprovvisti di profilati interni che limitano le dispersioni termiche come per i serramenti di oggi
[3] Principalmente gas metano, gasolio e teleriscaldamento
[4] Dati forniti dagli energy manager delle ASR in seguito a lettura dei contatori
[5] l’asterisco di fianco agli interventi segnala quegli interventi sull’involucro, cioè la sostituzione dei serramenti, l’isolamento delle pareti verticali e delle coperture, di tipo “parziale”, cioè non riguardanti la totalità dell’involucro stesso ma soltanto una parte di esso.
[6] https://www.fiaso.it/