Il nuovo Piano Energetico Ambientale (PEAR) della Regione Piemonte

    di Filippo Baretti (Regione Piemonte – Settore Sviluppo Energetico Sostenibile)

    Era dal lontano 2004 che il Piemonte non disponeva di un Piano Energetico aggiornato. Nel 2009, infatti, con la Relazione Programmatica sull’Energia erano state poste le basi per un suo aggiornamento, ma il cambio di Amministrazione regionale evidenziava l’esigenza di un generale ripensamento del progetto.

     

    Da allora, l’intendimento di dotare il Piemonte di un fondamentale atto di pianificazione e di indirizzo in materia energetica  riprendeva quota solo nel 2015 con l’avvio del processo di pianificazione concertata con i principali portatori d’interessi nell’ambito del Forum regionale per l’Energia, secondo l’impostazione di governance prevista dalla L.r. 23/2002, e il contestuale avvio dell’iter di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e del confronto tecnico tra le diverse Direzioni regionali competenti nelle varie politiche verticali dell’Ente. Del resto, che l’intenzione di pervenire entro la legislatura all’approvazione del nuovo strumento fosse ben radicata tanto nell’Amministrazione regionale pro-tempore, quanto nella struttura tecnica regionale incaricata della sua elaborazione, lo dimostrarono gli atti assunti nel 2018 con l’approvazione in estate del parere motivato di VAS e con l’adozione a fine anno della proposta di Piano per l’inoltro al Consiglio regionale. Da quel momento, iniziò a incombere sul progetto la fine della Legislatura e il rischio di un nuovo ‘nulla di fatto’ divenne realtà!

    Si ripartiva con l’unidicesima Legislatura. Questa volta, però, l’elevato livello di condivisione del documento, oggetto di una paziente negoziazione con gli stakeholders e con il sistema degli Enti Locali piemontesi, faceva sì che l’Amministrazione regionale, appena insediatasi, potesse riconoscersi nella Proposta, salvando in tal modo il lungo lavoro prodotto dagli Uffici. Si perveniva così, nel novembre 2019, alla riassunzione della Proposta di Piano con il nuovo inoltro della stessa all’attenzione del Consiglio regionale. I giochi parevano davvero fatti per un documento che, nelle more della sua definitiva approvazione, iniziava a raccogliere consensi bipartisan. Poi, avvenne l’imprevedibile: la pandemia da COVID 2019 e, con essa, un nuovo blocco!

    L’inconveniente di tutti gli strumenti di pianificazione che non vengano tempestivamente approvati, ovvero quella di un rapido invecchiamento dei suoi contenuti, costringeva il Settore ad una capillare azione di aggiornamento non solo normativo, ma anche contenutistico, aprendo alla trattazione di tematiche nel frattempo divenute di stretta attualità, come nel caso delle Comunità energetiche, di cui il Piemonte era divenuto primo promotore con la L.r. 12/2018 e dell’Idrogeno, tema di punta dell’attuale Amministrazione. L’indispensabile necessità di produrre un aggiornamento anche dei dati di bilancio energetico veniva poi soddisfatta mediante la sostituzione dell’allegato Rapporto Statistico sull’Energia in Piemonte con una versione più recente dello stesso. E così, il 15 marzo 2022 con DCR n. 200 – 5472 del Consiglio regionale vedeva la luce il nuovo PEAR della Regione Piemonte!

     I principali contenuti

    Il nuovo PEAR è lo strumento di pianificazione strategica in ambito energetico e ambientale della Regione Piemonte, i cui indirizzi sono diretti a conseguire e superare, ove possibile, gli obiettivi discendenti dal cosiddetto Pacchetto Clima Energia 2030 dell’Unione Europea in un’ottica di sostenibilità ambientale, competitività e sviluppo durevole, con un occhio ai nuovi target in via di definizione in sede europea.             Tali indirizzi, per la natura stessa del Piano, non sono “territorializzati” in specifici ambiti della regione, interessando potenzialmente l’intero territorio piemontese. Inoltre, le scelte del PEAR non possiedono carattere localizzativo rispetto alle diverse tipologie di impianti in esso trattate, fatta salva la definizione di specifiche “aree inidonee” con riferimento alla realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da FER, in attuazione del DM 10 settembre 2010. Tale definizione di aree, limitata agli impianti FER, non è poi tesa a fornire indirizzi localizzativi in senso stretto (ovvero aree in cui preferibilmente localizzare gli impianti), poiché questi ultimi (aree idonee o a vocazione energetica) attendono per la loro messa a punto i decreti attuativi delle disposizioni contenute nell’art. 20 del D. lgs. 199/2021 di recepimento della Direttiva RED II sulle rinnovabili.

    In conseguenza del carattere non localizzativo del PEAR, la valutazione dei potenziali impatti attesi dall’attuazione delle scelte di Piano si rivela essere di natura qualitativa e, comunque, non correlata a singoli ambiti territoriali. All’assenza di “territorializzazione” nei targets del PEAR, assunti sotto forma di scenari-obiettivo, e nelle scelte individuate per il loro raggiungimento, consegue, pertanto, una valutazione riferibile a determinate tipologie di impianti e di interventi, piuttosto che a specifici interventi localizzati in aree definite. La valutazione degli impatti, così impostata, assume giocoforza una valenza di carattere generale ed è di volta in volta corroborata da un set di indirizzi tecnico-gestionali, nonché da criteri tesi a orientare una localizzazione più ottimale.

    Fatta questa doverosa premessa, a partire dalla definizione dei macro-obiettivi strategici, il Piano elegge quali “obiettivi portanti” del nuovo ciclo di pianificazione energetica regionale nel lungo termine (2030), la riduzione dei consumi e la progressiva sostituzione dei consumi da fonte fossile con quote crescenti di fonti rinnovabili. Da tali obiettivi deriva nel Piano la centralità della strategia volta al contenimento dei consumi nei diversi settori degli usi finali basata sulla costante ricerca dell’efficienza energetica, nonché di quella finalizzata allo sviluppo della produzione da FER in un’ottica di minimizzazione degli impatti ambientali attesi e di comparazione tra i potenziali contributi delle diverse fonti, distinguendo tra quelle caratterizzate da processi di combustione e quelle no. Proprio la priorità attribuita nel Piano alle fonti rinnovabili che non presuppongono un processo di combustione, e conseguentemente l’emissione in atmosfera di inquinanti (polveri sottili) critici per la qualità dell’aria, ha costituito uno dei passaggi caratterizzanti del processo di pianificazione in argomento, nonché di qualificazione delle alternative di scenario.

    Inoltre, dal conseguimento dei due obiettivi portanti (macro-obiettivi verticali del PEAR) è atteso il principale contributo alla massimizzazione degli effetti di riduzione delle emissioni di gas serra, che trova ulteriore contributo nell’attuazione di alcune strategie contenute nei macro-obiettivi trasversali del Piano. Nella fattispecie, si fa riferimento all’affermazione di un modello di rete elettrica intelligente a supporto della generazione distribuita, delle comunità energetiche rinnovabili e delle forme di autoconsumo collettivo, nonché allo sviluppo del teleriscaldamento ai fini di una maggiore valorizzazione della produzione termica in impianti già esistenti e, infine, allo sviluppo dei processi di innovazione e formazione nell’ambito della cosiddetta clean economy, unitamente alla sensibilizzazione dei cittadini sui comportamenti orientati al risparmio energetico.

    Tabella 1. I macro-obiettivi del PEAR

    I macro-obiettivi verticali

    Favorire lo sviluppo delle FER, minimizzando l’impiego delle fonti fossili.

    Ridurre i consumi energetici nei consumi finali.

    I macro-obiettivi trasversali

    Favorire in chiave sostenibile il potenziamento delle infrastrutture energetiche (anche in un’ottica di generazione distribuita e di smart grid).

    Promuovere le clean technologies e la green economy per favorire l’incremento della competitività del sistema produttivo regionale e nuove opportunità lavorative.

    Fonte: PEAR 2022.

     

    I macro-obiettivi verticali. Le fonti energetiche rinnovabili.

    Lo scenario PEAR 2030 di crescita delle FER, frutto dell’analisi dei trend di mercato, dei vincoli e dei potenziali ancora inespressi, nonché delle politiche di sostegno, a fronte di un valore obiettivo del Consumo Finale Lordo (CFL) di 8.645 ktep, si attesta su un valore di produzione pari a 2.382 ktep (con un rapporto FER/CFL pari al 27,6%, inferiore al valore medio pari al 28% stabilito dalla SEN 2017 nonché a quello pari al 30% del Piano Nazionale integrato Energia e Clima 2020 (PNIEC) ancorché destinato ad una prossima rivisitazione per un adeguamento alla roadmap del pacchetto “Fit for 55”. Il raggiungimento di tale scenario comporterà un incremento della produzione da FER pari a 494 ktep rispetto al 2015 (+ 26,2%). Nella composizione del mix di fonti spiccano al 2030 gli incrementi delle pompe di calore (+137%) rispetto al 2015, del solare fotovoltaico (+105%), dell’idroelettrico (+13,2%) e del biometano, nonché la contrazione dell’uso di biomassa per usi termici per effetto dell’efficientamento atteso nell’utilizzo della risorsa, a parità di volumetria riscaldata.

    In linea con le previsione del PNIEC si assume che saranno le rinnovabili elettriche a dare il contributo maggiore nell’ambito del mix di fonti ipotizzato, anche se in misura meno accentuata che a livello nazionale.

    I dati del GSE (Allegato 6 al PEAR – Rapporto Statistico sull’energia in Piemonte) evidenziano una contrazione della crescita delle FER (soprattutto termiche) tra il 2016 e il 2019 a livello regionale. Tale andamento contribuisce a rendere oltremodo sfidante lo scenario obiettivo del PEAR al 2030.

    Il macro-obiettivo di sviluppo delle fonti rinnovabili d’energia viene quindi declinato in una serie di obiettivi specifici, tra cui spiccano:

    1. l’incremento dell’utilizzo della risorsa solare a fini termici e per la produzione fotovoltaica sulle coperture degli edifici e sulle superfici impermeabilizzate;
    2. l’incremento della produzione di energia da fonte eolica;
    3. il miglioramento dell’efficienza nell’utilizzo delle biomasse solide e l’implementazione dell’approvvigionamento di risorsa qualificata da “filiera corta”;
    4. l’incremento della produzione energetica del biometano;
    5. lo sviluppo della produzione idroelettrica con particolare attenzione al rapporto costi-benefici;
    6. sviluppo della geotermia a bassa entalpia, con particolare riferimento allo scambio termico con l’acqua di falda.

     

    I macro-obiettivi verticali. L’efficienza energetica.

    Il miglioramento dell’efficienza energetica e la riduzione dei consumi costituiscono il principale macro-obiettivo del PEAR. Dal loro conseguimento potrà derivare non solo un importante aumento di competitività del sistema regionale nel suo complesso e un rilevante contributo alla decarbonizzazione dell’economia, ma anche un aiuto al raggiungimento del target sulle FER espresso in termini di rapporto tra produzione FER e Consumo Finale Lordo (CFL), nonché alla riduzione delle emissioni inquinanti e, quindi, alla qualità dell’aria.

    Lo scenario di riduzione del CFL nel lungo periodo ipotizza un target molto sfidante pari a -1.960 ktep (con un valore obiettivo di 8.645 ktep). La riduzione di consumi più consistente è prevista nel settore civile (- 1.080 ktep), con un valore dimostrativo attribuito al comparto della PA (riduzione attesa pari a -89 ktep, di cui circa 50 ktep negli edifici pubblici, 27 ktep negli ospedali e 12 ktep nella pubblica illuminazione), e un ruolo più significativo nel comparto residenziale (- 452 ktep) e non residenziale (- 120 ktep). Inoltre, in linea con le indicazioni del PNIEC, un importante contributo sarà collegato alla riduzione dei consumi nel settore dei trasporti (- 880 ktep, pari a circa il 43% del totale di riduzione).

    Per quanto riguarda, invece, il settore industriale reduce da una grave crisi con forte riduzione dei consumi energetici, il PEAR ipotizza al 2030 una sostanziale invarianza del saldo finale, registrando una sorta di compensazione tra i consumi incrementali correlati all’auspicata ripresa e la riduzione degli stessi per effetto dell’efficientamento in atto.

    I dati del GSE (Allegato 6 al PEAR – Rapporto Statistico sull’energia in Piemonte) evidenziano come per la prima volta il CFL del Piemonte nel 2019 sia sceso al di sotto dei 10 Mtep. Tale dato risulta in linea con la traiettoria complessiva verso l’obiettivo al 2030 pari a 8.645 ktep.

    Il macro-obiettivo di miglioramento dell’efficienza energetica viene quindi declinato in una serie di obiettivi specifici, tra cui spiccano:

    1. ridurre i consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso pubblico, non residenziali di proprietà degli Enti pubblici;
    2. ridurre i consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche ospedaliero-sanitarie;
    3. favorire la riduzione dei consumi energetici nel patrimonio immobiliare residenziale;
    4. ridurre i consumi energetici nei cicli e nelle strutture produttive;
    5. favorire la riduzione dei consumi energetici nel settore dei trasporti, promuovendo la mobilità sostenibile.

     

     

    I macro-obiettivi trasversali. Reti e generazione distribuita.

    Per quanto concerne lo sviluppo delle infrastrutture della rete elettrica in Piemonte il PEAR evidenzia i seguenti macro-indirizzi:

    • favorire un modello di sviluppo elettrico basato sulla generazione distribuita per lo più da fonti rinnovabili, promuovendo gli interventi maggiormente vocati, quali il potenziamento e la “magliatura” della rete sub primaria (132 kV), e l’evoluzione della rete di distribuzione (BT/MT) verso la “rete intelligente”, supportata da sistemi locali di accumulo, tecnologie abilitanti e forme di autoconsumo singolo o collettivo, tra cui le Comunità energetiche rinnovabili;
    • promuovere lo sviluppo delle infrastrutture di rete, massimizzando le opportunità di razionalizzazione e riequilibrio territoriale della rete esistente, risolvendo le attuali criticità sui territori;
    • favorire lo sviluppo dell’interconnessione elettrica con i sistemi transalpini, nell’ottica di promuovere condizioni di maggiore sicurezza del sistema nazionale e di competitività del tessuto produttivo regionale;
    • promuovere il rilancio del processo di concertazione localizzativa delle infrastrutture programmate periodicamente nel Piano di Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale.

     

    Inoltre, il PEAR intende promuovere lo sviluppo dei sistemi di teleriscaldamento (TLR) a supporto dell’edificato sia nei centri urbani, sia nei Comuni montani, evidenziando i seguenti macro-indirizzi:

    • massimizzare l’utilizzo della produzione termica negli impianti di cogenerazione esistenti asserviti a reti di TLR, favorendo la saturazione delle volumetrie allacciabili nelle aree urbane in cui il servizio è già presente;
    • integrare la produzione termica da fonti convenzionali con quote crescenti di fonti rinnovabili, in particolare il solare termico e la geotermia;
    • migliorare l’efficienza dei sistemi di TLR in esercizio, favorendo – ove possibile – l’interconnessione tra reti di operatori diversi e lo sviluppo dello stoccaggio termico per la gestione delle punte di domanda;
    • promuovere l’erogazione del servizio di TLR nelle 24 ore giornaliere, al fine di spianare le punte di domanda e liberare potenza per l’allaccio di nuova volumetria;
    • promuovere lo sviluppo di sistemi locali di TLR in Comuni montani non critici per la qualità dell’aria, caratterizzati da centrali alimentate a biomassa (cippato) da filiera corta, in prevalente sostituzione di impianti esistenti a biomassa o gasolio.

     

    I macro-obiettivi trasversali. Sviluppo della Green Economy.

    Il macro-obiettivo di sviluppo della Green Economy è declinato in una serie di obiettivi specifici, tra cui:

    • favorire lo sviluppo tecnologico di sistemi e componenti clean;
    • favorire lo sviluppo delle filiere energetiche locali (agricole, manifatturiere, forestali, edilizia sostenibile);
    • promuovere l’implementazione di progetti di sviluppo territoriale sostenibile;
    • sostenere la qualificazione professionale e la formazione nel settore energetico;
    • favorire il cambiamento negli acquisiti della Pubblica Ammjnistrazione.

    Tra le filiere, al cui sviluppo il PEAR attribuisce rilevanza strategica figura quella correlata alla produzione, distribuzione e utilizzo dell’idrogeno verde, ovvero prodotto mediante elettrolisi e l’utilizzo di elettricità generata da fonti rinnovabili.

    La traduzione in chiave regionale degli obiettivi declinati a livello nazionale e compendiati nel documento di Linee Guida preliminari rispetto alla futura Strategia Nazionale, evidenzia target oltremodo sfidanti nel medio-lungo periodo, quali:

    - il 2% del gas naturale distribuito in Piemonte potrà essere sostituito con idrogeno (circa 70.000 ton/anno);

    - capacità di elettrolisi pari a circa 400 MW;

    - penetrazione dell’idrogeno negli usi finali per un ammontare pari al 2% del CFL (circa 210 ktep).

    In ultimo, tra i progetti di sviluppo territoriale sostenibile promossi dal PEAR figurano in primo luogo le Comunità energetiche rinnovabili (CER) e le configurazioni di autoconsumo collettivo, in cui favorire la generazione da fonti rinnovabili, l’autoconsumo istantaneo con ricadute positive anche sul sistema di rete, l’erogazione di servizi di dispacciamento mediante l’implementazione di sistemi di accumulo locali e areali, nonché l’efficientamento energetico dei consumi dei membri della CER.

     

    Bibliografia

    AAVV, 2022, Piano Energetico Ambientale Regionale, Regione Piemonte

     

    Per approfondimenti :

    Piano Energetico Ambientale Regionale - https://www.regione.piemonte.it/web/temi/strategia-sviluppo-sostenibile/piemonte-ha-nuovo-piano-energetico-ambientale-regionale-pear2022

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