Editoriale La ripartenza del sistema educativo tra prima e seconda ondata Covid

    di Carla Nanni (IRES Piemonte)

    Il 2020 sarà ricordato come l’anno della pandemia da Covid-19. La prima ondata ha iniziato a diffondersi a febbraio. È stata contrastata con il distanziamento sociale e una progressiva chiusura delle attività fino al lockdown totale. Si sono fermate tutte le attività ad eccezione di quelle che potevano essere condotte in modalità smart working e i settori considerati strategici come la sanità.

    Le prime strutture a chiudere sono state quelle educative e formative. Dapprima con l’idea di uno stop temporaneo poi, con l’aggravarsi del numero dei contagi, la chiusura è stata prolungata per tutto l’anno scolastico e accademico 2019/20.

    Le istituzioni educative hanno risposto con l’attivazione della didattica a distanza: l’emergenza ha spinto verso una gigantesca sperimentazione dell’utilizzo di tecnologie informatiche per l’educazione che ha fatto compiere un salto in avanti di anni. I problemi affrontati, in particolare all’inizio del periodo, sono stati notevoli, differenziati a seconda dell’età dei bambini/ragazzi da raggiungere. Molti i fattori che hanno influenzato la partenza e l’attuazione della didattica a distanza: dalle competenze informatiche dei docenti alla presenza di device e connettività disponibile a docenti e famiglie, solo per citarne alcuni.

    Il miglioramento del quadro epidemiologico e l’arrivo dell’estate hanno permesso la progressiva riapertura del Paese con l’allentamento delle rigide norme seguite durante il lockdown. È stato possibile riavviare alcune attività in presenza, come le attività estive per la fascia 0-6 e gli esami di maturità, all’insegna di regole molto stringenti definite da specifici protocolli (distanziamento, mascherine, sanificazione degli ambienti, ecc.).

    La riapertura di servizi educativi, scuola e università è stata oggetto di un intenso dibattito pubblico. La consapevolezza delle ripercussioni negative sugli apprendimenti nel periodo di chiusura - in particolare per gli studenti meno attrezzati - e la necessità di riaprire le strutture educative si accompagna ai timori sulla sicurezza sanitaria per la ripresa delle lezioni in presenza e alla ricerca di soluzioni da parte di tutti gli attori coinvolti ai diversi livelli istituzionali.

    In questo contesto abbiamo pensato di dedicare un numero di Politiche Piemonte per fare il punto sulla ripartenza del sistema educativo e di istruzione piemontese. Nel frattempo è giunta la seconda ondata dell’epidemia, contrastata, al momento, con il rilancio delle regole base di sicurezza sanitaria e un lockdown leggero. A partire dalla prima settimana di novembre sono nuovamente in didattica digitale integrata gli studenti della secondaria di II grado e le seconde e terze classi della secondaria di I grado. Anche negli atenei sono previste solo lezioni online. Mentre per i più piccoli, i più bisognosi della relazione diretta con personale educativo e docente, si è mantenuta la frequenza in presenza. La situazione è comunque in continua evoluzione.

    Il numero si apre con due articoli relativi al sistema integrato 0-6 piemontese (nidi e scuole dell’infanzia). Il primo articolo, realizzato da Marida Cardillo (Regione Piemonte), ci fornisce un quadro degli interventi straordinari e ordinari a sostegno delle strutture educative del sistema 0-6, colpite da fine febbraio dallo stop imposto dall’emergenza sanitaria. Segue una breve descrizione della riapertura dei servizi educativi avvenuta in due step: il primo, in estate, per effettuare l’attività straordinaria autorizzata; il secondo a partire dal 31 agosto per l’attività ordinaria. Il secondo articolo, redatto da Daniela Ghidini (Comune di Torino) ci aiuta a conoscere come sia avvenuta la ripartenza nei servizi educativi della Città di Torino, nidi e scuole dell’infanzia. Il Coordinamento pedagogico, insieme al personale del Sistema educativo integrato, ha lavorato per la riapertura dei servizi con l’obiettivo di offrire alle famiglie, in un momento particolarmente difficile, un servizio di qualità, con un orario esteso e in sicurezza dal punto di vista sanitario.

    Laura Tomatis (Ufficio Scolastico Regionale) nel terzo articolo descrive i diversi passaggi normativi che hanno reso possibile l’avvio delle scuole nell’anno scolastico 2020/21. Fin dall’inizio dell’emergenza sono state istituite diverse task force regionali, dapprima, per aiutare le scuole ad attivare la didattica a distanza e, in seguito, per supportare la riapertura delle scuole in presenza.

    Nel quarto articolo si propone l’intervista alla dirigente di un istituto comprensivo di Torino. La professoressa Maria Antonietta Roma racconta la sua esperienza, i passaggi e le criticità che hanno accompagnato la riapertura della scuola per l’anno scolastico 2020/21. Attraverso le sue parole traspare l’importanza dell’alleanza educativa tra scuola e famiglia, in cui “nel rispetto dei ruoli, ciascuno fa la sua parte”. Alleanza educativa che è tanto più necessaria per il funzionamento della scuola in una situazione complicata e difficile come quella generata dalla crisi sanitaria.

    Il quinto articolo, a cura di Alberto Stanchi (IRES Piemonte), sintetizza le misure intraprese per la riapertura degli atenei attraverso interviste a testimoni. La ripartenza è stata realizzata con un mix tra didattica in presenza e didattica a distanza, con tutte le precauzioni richieste dall’emergenza sanitaria. Il sistema universitario si è tenuto pronto all’eventualità di spostare totalmente la didattica a distanza come poi è effettivamente accaduto con il peggiorare del quadro epidemiologico regionale.

    In pieno lockdown si temeva che la pandemia avrebbe potuto penalizzare le iscrizioni all’università. Le autrici del sesto articolo, Federica Laudisa e Daniela Musto (IRES Piemonte), descrivono in modo dettagliato, per ciascun ateneo piemontese, come sono andate le immatricolazioni del 2020. Dai primi dati si evince come il sistema universitario nel suo insieme abbia retto bene, se pur con differenze tra gli atenei.

    Chiude il numero il settimo articolo a firma di Cristina Bargero (IRES Piemonte) che porta al tema sulla riapertura del sistema di istruzione un focus dedicato ai trasporti: il 46% delle corse nel trasporto pubblico in Piemonte è a servizio degli studenti. Con il lockdown, comprensibilmente, la mobilità è crollata e anche a settembre, con la ripresa delle scuole il calo dei passeggeri si è mantenuto alto.

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