Il trasporto alla ripartenza scolastica

    di Cristina Bargero (Ires Piemonte)

     

    A metà settembre la scuola è ripartita, seppur tra mille problematiche legate a distanziamento, misurazione della febbre e dispositivi di protezione individuale. Ma a poco più di un mese dal primo suono della campanella, la crescita dei contagi ha spinto, in un primo momento, alcune Regioni (Lombardia, Piemonte, Campania) e, successivamente, il Governo centrale a reintrodurre per le scuole superiori la didattica a distanza al 75%, che in talune realtà arriva fino al 100%.

    Anche le Università hanno messo in campo soluzioni didattiche integrate in presenza e in remoto e stanno gradualmente aumentando le lezioni a distanza.

    Le maggiori criticità paiono non viaggiare tanto sulle ruote dei banchi, quanto su quelle degli autobus e degli altri mezzi di trasporto pubblico con cui gli studenti si spostano e raggiungono le sedi scolastiche.

    La maggior parte di essi, infatti, utilizza gli stessi mezzi di trasporto pubblico locale (tpl), comuni alle altre tipologie di pendolari e di utenti occasionali, mentre è residuale la quota degli studenti, soprattutto della scuola primaria, che usufruisce dello scuolabus, un servizio a carico dei Comuni, rivolto, in particolare, a chi risiede nelle frazioni delle città, nei piccoli comuni e nelle aree marginali.

    Gli studenti piemontesi e il trasporto pubblico

    Secondo i dati Istat nel 2019, in Piemonte per 100 studenti con le stesse caratteristiche 9,4 hanno utilizzato il treno, 11,2 tram e bus, 9,3 bus e corriere. Secondo le rilevazioni dell’Agenzia per la Mobilità l’utilizzo del trasporto pubblico locale varia a seconda dei territori: è più elevato nell’area metropolitana (dove tocca il 13%) e in provincia di Cuneo mentre nel Sud Ovest e nel Sud Est è del 10%.

    Figura 1. Modalità di spostamento dei piemontesi nel 2019 (ogni 100 individui con le stesse caratteristiche)

     

       Fonte: Istat

    Riguardo alla composizione dell’offerta in Piemonte, il 46% delle corse è a servizio degli studenti. Tale percentuale varia a seconda dei Bacini di trasporto: è più elevata in quelli Nord Est e Sud Est, mentre scende notevolmente nella città metropolitana. Le corse in morbida (ossia negli orari di minor congestione, 14 ore su 20 di servizio) costituiscono il 40% del totale giornaliero. A ciò bisogna aggiungere un elemento non secondario: ossia che il trasporto pubblico piemontese soffre ormai da anni di un definanziamento (125 euro di risorse in conto esercizio per abitante, contro i 132 della media nazionale), che ha portato a una riduzione dei volumi di produzione nel triennio 2014/2017 di quasi il 9%.

    Figura 2 La ripartizione delle corse di trasporto pubblico locale (tpl ) per Bacino

     

    Fonte Links su dati Amp

    Il Trasporto Pubblico Locale al tempo del Covid

    Google ha iniziato a monitorare dall’inizio del diffondersi della pandemia ad oggi i dati di mobilità dei cittadini, attraverso i segnali delle celle telefoniche, distinguendo le varie tipologie di luoghi raggiunti.

    Nei mesi di lockdown, essendo vietata la maggior parte degli spostamenti, eccetto che per motivi di lavoro o di necessità e urgenza, la mobilità sia pubblica che privata è crollata.  Nel periodo successivo vi è stato uno spostamento verso quella privata, che si è attenuato con la ripresa delle scuole. Le aziende piemontesi evidenziano un calo dei passeggeri tra il 30% e il 50%. Gli abbonamenti annuali sono scesi dell’85% soprattutto per l’extra-urbano, non compensati dall’aumento delle vendite di titoli di viaggio mensili e settimanali. Al calo della domanda di trasporto pubblico dovuto al COVID-19 è stato associato con un aumento dei costi dovuto ai nuovi standard di igiene e pulizia.

     

    Figura 3 Gli spostamenti verso le fermate di trasporto pubblico

    Fonte: Google Analytics

    Il Trasporto Pubblico Locale viene considerato un contesto ad alto rischio per una serie di ragioni: elevato numero di persone concentrare in uno spazio esiguo dove risulta difficile, se non a tratti impossibile, riuscire a mantenere la distanza interpersonale di un metro e più, con una limitata ventilazione, mancanza di controllo all’accesso in grado di identificare soggetti potenzialmente infetti, presenza di superfici toccate da più persone (corrimano, maniglie ecc…).  Alcuni studi hanno evidenziato, inoltre, la correlazione tra l’ utilizzo dei treni locali e diffusione del Covid a Whuan   a gennaio ( Zhao, Ran). In particolare, un articolo evidenzia come durante un viaggio una sola persona abbia provocato il contagio di almeno 23 suoi compagni di viaggio in meno di due ore, mentre si trovavano su un autobus senza indossare mascherine.

    Le  'Linee guida' del trasporto pubblico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prevedono che : “A bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale, dei mezzi del trasporto ferroviario regionale e degli scuolabus del trasporto scolastico dedicato sia consentito, in considerazione delle evidenze scientifiche sull’assunto dei tempi di permanenza medi dei passeggeri indicati dai dati disponibili, un coefficiente di riempimento non superiore all’80 %, prevedendo una maggiore riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti". Tale capacità di riempimento potrà essere portata oltre il limite previsto in caso di percorsi della durata massima di 15 minuti. La Regione Piemonte ha disposto, a partire dal 2 novembre 2020, che tale coefficiente sia ridotto al 50%.

    Il DL 34 del 2020 istituisce un Fondo di 500 milioni per compensare gli operatori di Trasporto Pubblico Locale dei mancati ricavi, prevedendo il ristoro degli abbonamenti ai passeggeri sotto forma di voucher. In seguito il DL 104 del 2020 ha aumentato di 400 milioni di euro il Fondo, risorse utilizzabili, nel limite di 300 milioni di euro, anche per il finanziamento di servizi aggiuntivi del Trasporto Pubblico Locale e ha assegnato 150 milioni di euro ai comuni per la predisposizione di servizi aggiuntivi al trasporto scolastico, cui si a aggiungono 20 milioni per ristorare le aziende delle perdite durante il lockdown. Purtroppo, non si sono previste le modalità con cui affidare i servizi aggiuntivi (i tempi delle gare notoriamente sono lunghi) provocando un’empasse nella riorganizzazione del servizio.

    Le immagini di autobus affollati (soprattutto del trasporto urbano) negli orari di punta richiedo una rapida differenziazione degli orari di apertura degli uffici e delle scuole, un ricorso ancora più massiccio allo smart working, in modo tale da modulare la mobilità dei lavoratori coì da evitare i rischi di aggregazione.

     Inoltre, per aumentare le corse dei mezzi di trasporto durante le ore di punta, possono essere destinate ai servizi di linea per trasporto di persone anche i bus turistici oggi fermi, a causa dell’assenza di domanda, attraverso procedure semplificate per l’affidamento dei servizi. Finalmente si sta andando in questa direzione

     

    Bibliografia

    Ye Shen, PhD; Changwei Li, PhD; Hongjun Dong, MD3; et al (2020), Community Outbreak Investigation of SARS-CoV-2 Transmission Among Bus Riders in Eastern China, September 1 2020, Jama Internal Medicine

    Zhao Shi; Zhuan Zian; Ran Jinjun; et al (2020), The association between domestic train transportation and novel coronavirus outbreak in China, from 2019 to 2020: A data-driven correlational report, January 2020, Travel Medicine and Infectious Disease 33:101568

     

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