Piemonte economico sociale 2021 Lo sguardo dell’Ires sulla nostra regione

    Di Stefano Aimone, Ires Piemonte

    Nel mese di giugno l’IRES ha presentato Piemonte Economico Sociale 2021, la relazione annuale che l’Istituto propone al proprio pubblico seguendo una tradizione ormai pluridecennale. L’edizione 2021 ha rafforzato il raccordo, già avviato in passato, con le attività di programmazione della Regione Piemonte, con particolare attenzione alla Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile (SRSvS) e con la Relazione sullo stato dell’ambiente curata dall’ARPA Piemonte, anche partecipando ad un evento di presentazione congiunto.

    Nel redigere la relazione 2021 l’IRES ha osservato la nostra regione, investita dalla pandemia, come se fosse sottoposta ad uno straordinario “stress test” che ha prodotto danni, evidenziato debolezze ma che ha anche accelerato cambiamenti, offrendo un’opportunità di rilancio, anzi di rigenerazione. Sullo sfondo, le tre gradi transizioni (digitale, ecologico-climatica e demografica) procedono intrecciate tra loro e con velocità diverse, richiedendo la massima attenzione degli attori pubblici e privati per governare questa trasformazione epocale tenendo conto dei punti di forza e dei limiti della nostra regione.

     

    L’impatto economico e occupazionale della pandemia: colpiti non solo i settori tradizionali

    La pandemia ha causato in Piemonte nel 2020 un calo del Pil del -9,4%, paragonabile per intensità a quello della crisi finanziaria del 2007-2008 che aveva fatto registrare una contrazione del 10,4%. In Piemonte la produzione ha mostrato un andamento più critico rispetto al livello nazionale, a causa della specializzazione manifatturiera regionale orientata verso filiere particolarmente colpite quali il tessile-abbigliamento, l’automotive e la meccanica in generale; hanno invece mostrato una buona tenuta il sistema agrifood e il comparto chimico farmaceutico. Rispetto alla crisi del passato, inoltre, sono stati duramente danneggiati il commercio e soprattutto il turismo (con un dimezzamento di arrivi e presenze) e il settore culturale.

    I dati relativi all’occupazione in Piemonte nel 2020 restituiscono un quadro che non sembra ancora proporzionato agli effetti della pandemia. Infatti, il numero di occupati in Piemonte è diminuito solamente del 2,8%, a fronte di una contrazione del PIL regionale del 9,4%.

    La stretta occupazionale si è concentrata sui lavoratori indipendenti (-6,6% rispetto al 2019), più contenuto – almeno per ora - l’impatto sul lavoro dipendente (-1,6%), grazie agli ammortizzatori sociali e del prolungato blocco dei licenziamenti. Nel 2020 in Piemonte sono state finanziate oltre 213,5 milioni di ore di Cassa integrazione, contro i 13,8 milioni del 2019.

    Le misure messe in atto, che hanno raggiunto un volume pari al 6,6% del Pil nel 2020 (a cui si aggiungono le misure adottate nella prima parte del 2021 pari al 4% del Pil) hanno almeno in parte compensato gli impatti negativi. Sono attesi importanti rimbalzi positivi nel 2021 e negli anni successivi, anche se molto dipenderà dall’effettivo evolversi della pandemia. La sfida semmai è passare dal “rimbalzo”, in qualche modo automatico, ad un duraturo rilancio.

    Tra gli elementi di resilienza la logistica si è mostrata essenziale nel garantire, anche durante il lockdown, gli approvvigionamenti alimentari e farmaceutici e nella fase successiva ha consentito al tessuto produttivo la ripresa delle attività e dell’export.

     

    Un’ulteriore “frenata” demografica e un mercato del lavoro “sfasato”

    A causa dell’incremento dei decessi, del calo delle nascite e della frenata delle migrazioni nel 2020 la popolazione piemontese si è ridotta di 38.000 unità; è come se fossero sparite due città come Saluzzo e Savigliano. La pandemia sta ribadendo quanto sia delicata la situazione demografica del Piemonte e come questa si intrecci con la precarizzazione del lavoro, la sotto-utilizzazione delle competenze, le diseguaglianze. Entro il 2030 il Piemonte potrebbe veder calare la popolazione in età lavorativa tra le 100mila e 180mila unità.

    La sfida è fare uscire il Piemonte dall’azione di due trappole. La prima è quella demografica in cui il numero di figli procreati non è sufficiente a sostituire i genitori, e così le generazioni che si stanno susseguendo negli ultimi decenni sono sempre più piccole, nonostante le migrazioni. La seconda trappola è quella della bassa qualificazione nel mercato del lavoro: il nostro modello di sviluppo si è posizionato su attività troppo spesso a basso valore aggiunto. Le due “trappole” si alimentano a vicenda e richiedono rinnovati sforzi sul fronte dell’inclusione sociale.

    Nel contempo le imprese lamentano di non trovare le competenze ricercate. Su questo punto la Regione Piemonte sta potenziando gli strumenti per avvicinare il mondo della formazione e dell’istruzione e quello del lavoro; anche l’attuale Governo intende sostenere il cosiddetto sistema duale, che unisce formazione in aula ed esperienza sul campo, in collaborazione con le imprese.

     

    Una spinta alla transizione digitale e verde

    Grazie alla disponibilità di reti, dispositivi e piattaforme digitali è stato possibile mantenere in attività molti lavoratori, proseguire, pur con molte criticità, le attività didattiche e sviluppare rapidamente nuovi servizi per contenere le difficoltà quotidiane imposte dalle misure di contenimento del virus. La transizione digitale nella vita quotidiana ha subito una brusca accelerazione: DAD e smart working entreranno stabilmente in quella “nuova normalità” che ci attende dopo la pandemia e l’e-commerce ha compiuto un ulteriore balzo.

    Il digitale, peraltro, sta già da anni guidando, assieme alla spinta verso la “green economy”, i percorsi di innovazione delle imprese. Su questo fronte il Piemonte è una delle regioni italiane più avanzate ma la competizione globale è durissima e la maggior parte delle tecnologie proviene da fuori Europa. Un esempio di come queste transizioni siano intrecciate è l’evoluzione in corso sul fronte della mobilità: transizione elettrica, guida assistita e autonoma, flotte in sharing stanno modificando profondamente tutto il settore.

    Negli ultimi anni la Pubblica amministrazione ha sviluppato l’offerta di servizi digitali per i cittadini, tuttavia il livello di utilizzo è ancora modesto, sia per la relativa complicazione di alcuni di essi, sia per la scarsa propensione di parte della popolazione a farvi ricorso. La pandemia ha dato un forte impulso anche in questa direzione, ad esempio incrementando notevolmente l’utilizzo dello SPID, il cui numero di utenti è triplicato dal primo lockdown.

    Questa accelerazione, tuttavia, ha ulteriormente evidenziato il digital divide territoriale causato dalla carenza di connessioni internet adeguate nelle aree interne della ragione e fatto emergere la difficoltà di alcuni gruppi sociali nel disporre di strumenti e competenze adeguate.

     

    Dalla pandemia un’opportunità di rigenerazione

    I governi e le istituzioni nazionali e internazionali, memori della lenta reazione alla crisi finanziaria del 2008, hanno mostrato rapidità di azione con le misure di emergenza per imprese e lavoratori che, anche se non risolutive, hanno attenuato gli impatti negativi. Il segnale più importante per il futuro sul fronte politico riguarda il cambio di paradigma dell’Europa rispetto alle politiche di sostegno e rilancio: la consapevolezza dei gravi rischi sociali innescati dalla pandemia ha guidato la nuova Commissione Europea a concepire uno straordinario piano di aiuti e riforme, da cui ha preso forma il PNRR, da poco presentato dal Governo. Inoltre, il 2021 coincide con l’avvio del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali europei, dai quali potrà arrivare un robusto e coerente contributo al rilancio.

    Il nostro Paese ed il Piemonte possono quindi contare, oltre che sul cosiddetto rimbalzo, soprattutto su una inattesa “finestra di opportunità” politica, normativa e finanziaria per mirare ad una rigenerazione del nostro sistema economico e sociale.

    Per guidare in modo coordinato questa complessa transizione, la Regione Piemonte si è dotata della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile (SRSvS), in fase di messa a punto finale, che si richiama direttamente all’omologa strategia nazionale e ad Agenda 2030. Inoltre ha messo a punto il Documento Strategico Unitario (DSU 2021-27) che ha la funzione di coordinare l’azione dei Fondi europei con gli altri strumenti d’intervento (tra cui il PNRR) e con la SRSvS.

    Grazie anche alle risorse previste dal PNRR la transizione digitale e verde possono rappresentare un’opportunità per creare sempre più lavoro per chi si è formato in anni di studio. Anche le nuove assunzioni della Pubblica Amministrazione offriranno opportunità ai giovani più qualificati, oltre ad andare a colmare almeno in parte il divario tra l’Italia e gli altri paesi europei in termini di apporto della PA al sistema economico.

    Inevitabile affermare che il riassetto del sistema sanitario, anche grazie alle risorse del PNRR, sarà una condizione necessaria non solo per ragioni di inclusione sociale ma anche come fattore abilitante che “protegga” la società da shock come quello che stiamo attraversando, contenendo i rischi di natura economia ed occupazionale.

     

    Rafforzare la capacità amministrativa e la collaborazione tra PA e cittadini

    Affrontare la sfida della rigenerazione spendendo presto e bene le ingenti risorse che saranno disponibili mette al centro la capacità di governance e di attuazione della PA.

    L’attuazione del PNRR prevede anche un robusto piano di riforme che dovrebbe snellire l’azione del sistema pubblico e rafforzarne i ranghi, abbandonando le politiche di tagli e blocchi del turnover che ne hanno prosciugato le forze e proponendo nuovi iter attuativi meno vincolati dall’attuale logica di controllo pervasiva e non necessariamente efficace.

    Inoltre dovrà essere rafforzato il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini, offrendo servizi sempre più accessibili (ad esempio semplificando le modalità di accesso e garantendo l’interoperabilità delle varie piattaforme), garantendo un accesso alla rete adeguato in tutti i territori e sostenendo percorsi di alfabetizzazione informatica generalizzati.

    La collaborazione, infine, riguarda l’importante sfera dello sviluppo locale: dove questa è stata effettiva, attraverso la creazione di partenariati pubblico-privati realmente rappresentativi degli interessi locali, si sono ottenuti risultati positivi.

     

    È possibile scaricare Piemonte Economico Sociale 2021 al seguente link:

    https://www.ires.piemonte.it/index.php/relazione-annuale-2021

     

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