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L’epidemia SARS-Cov2 in Piemonte

Di Carlo Di Pietrantonj – SeREMI – ASL Alessandria

Il primo caso regionale di COVID19 fu confermato il 22 febbraio 2020 in un uomo di 40 anni. Da allora, dopo 66 settimane, alla data del 23 maggio 2021 in Piemonte sono stati diagnosticati 362.477 casi, circa 11.600 decessi segnalati alla protezione civile e in attesa di conferma da parte dell’ISTAT.

Grafico1: Andamento giornaliero complessivo dei casi COVID19 dal 17.02.2020 al 23.05.2021

La prima ondata epidemica ha avuto la sua fase crescente nel periodo nel periodo 17 febbraio – 23 marzo (grafico 1), ed i primi casi hanno interessato le province piemontesi ad est (mappe 1a 1b 1c).

 

Mappe1: tassi di incidenza per 100000 abitanti

Mappa 1a (2 – 8 marzo)

Mappa 1b (9 – 15 marzo)

Mappa 1c (16 – 22 marzo)

     

Questa prima fase dell’epidemia ha avuto il suo culmine nella settimana 6-13 aprile 2020. Tuttavia ciò che in quel periodo (grafico 1) appare come un’unica curva epidemica, in realtà è il risultato della somma di almeno due differenti epidemie distanziate di poche settimane: l’epidemia nella popolazione generale che ha avuto il suo culmine nella settimana 23-29 marzo 2020 e quella nella popolazione dei pazienti RSA, il cui apice si osserva 3 settimane dopo (13-19 aprile 2020; grafico2).

Grafico 2: andamento settimanale dei casi COVID19 per tipo di popolazione (17 febbraio -19 luglio 2020)

 

Tra la settimana 17-23 febbraio e   25-31 maggio del 2020, complessivamente 15 settimane, sono stati diagnosticati 30.721, casi di cui il 52% sintomatici (grafico 3 tabella 1).

Tabella 1: casi COVID19 per classe di età e periodi dell’epidemia

 

0-5
anni

6-18
anni

19-24
anni

25-59
anni

60-79
anni

Oltre 80
anni

Totale

Prima ondata 17.02-31.05 (15 settimane)

119

383

684

12600

7702

9233

30721

Fase di quiescenza 01.06-13.09 (15 settimane)

104

290

444

1566

448

288

3140

Seconda ondata 14.09-27.12 (15 settimane)

2055

13440

9819

87792

32513

18856

164475

Fase stazionaria 28.12-21.02 (8 settimane)

934

4272

2555

22800

9952

4786

45299

Terza ondata 22.02-11.04 (7 settimane)

2014

9168

5668

45043

19592

6191

87676

Fase discendente 12.04-23.05 (6 settimane)

1538

4604

2019

15371

6177

1427

31136

I casi di COVID19 diagnosticati nelle 15 settimane della prima ondata per il 30% erano ultra ottantenni, che rappresentano meno del 9% della popolazione piemontese, mentre il 96% dei casi aveva più di 24 anni (grafico3 tabella 1). Il tasso di incidenza negli ultra ottantenni ha raggiunto il suo apice con 493.8 casi x 100.000 abt. (06-12 aprile 2020), mentre il tasso di incidenza per i 60-70 anni è stato di 131.2 casi x 100000 (23-29 marzo 2020), infine per i 19-59 anni il picco di incidenza è stato di 82.5 casi x 100.000 abt. (30 marzo – 5 aprile 2020) (grafico 5). Nelle prime 15 settimane dell’epidemia i casi di COVID19 fra i minori di 18 (età scolari) sono stati 75.

Grafico 3: ripartizione dei casi per classe di età e periodo epidemico.

prima ondata 17.02 – 31.05; fase di quiescenza 01.06 – 13.09; seconda ondata 14.09 – 27.12, fase stazionaria 28.12 – 21.02; terza ondata 22.02 – 11.04; fase decrescente 12.04 – 16.05

Il numero di posti letto occupati da pazienti COVID19 ha raggiunto il suo apice tra il 2 e il 16 aprile del 2020 con una media giornaliera di 3.400 posti letto occupati, mentre il picco dei ricoveri in terapia intensiva tra il 30 marzo il 3 aprile 2020 registrava una media giornaliera di 453 posti letto occupati. Il picco dei ricoveri ordinari ha seguito di due settimane il picco nella popolazione generale, mentre il picco dei ricoveri in terapia intensiva ha seguito di una settimana il picco nella popolazione generale (grafico 4).

Grafico 4: andamento casi COVID19, occupazione posti letti Ricoveri Ordinari e Terapie Intensiva.

 

Il periodo successivo, anch’esso di 15 settimane (dal 01 giugno al 13 settembre 2020), è stato caratterizzato da una bassa circolazione virale, complessivamente sono stati diagnosticati 3.140 casi (grafico 3 tabella 1), di questi quasi il 50% concentrati nella classe di età 25-59 anni, ossia la classe di età più popolosa (circa il 46% dei piemontesi ha età compresa fra i 25-59 anni) e, di conseguenza, la più rappresentata, in termini di casi diagnosticati in tutte le fasi dell’epidemia. In questa fase di “quiescenza” la forte riduzione dei casi fra ultra sessantenni fa emergere solo per “contrasto” le classi di età dei più piccoli (0-5 anni) e le classi di età scolastiche (6-18 anni). Il tasso regionale su base settimanale era inferiore ai 9 casi x 100.000 abt., corrispondente a meno di 56 casi al giorno, la proporzione dei sintomatici era attorno al 31%. Il numero di posti letto occupati in regime di ricovero ordinario ha raggiunto il minimo con meno di 90 posti letto occupati (minimo75, massimo 88) nel periodo 7 -30 agosto 2020, mentre per l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva il minimo è stato raggiunto nel periodo 7 – 20 agosto 2020 con 3 posti letto occupati (grafico 4).

In questo periodo le prime 7 settimane presentavano andamento decrescente terminato il 19 luglio 2020. Le successive 5 settimane presentavano un andamento crescente lento e lineare sino al 23 agosto 2020. Infine, nelle ultime tre settimane dal 24 agosto al 13 settembre 2020 il tasso di incidenza settimanale supera i 10 casi x 100.000 abt. (in media poco meno 480 casi alla settimana), in questo ultimo intervallo di tempo, sebbene ancora in condizione di bassa circolazione virale, una frazione significativa dei casi erano “importati”, cioè soggetti che risultavano positivi al test ma infettati fuori della regione Piemonte. La frazione dei casi importati sul totale era intorno al 35% nella prima settimana di settembre (31 agosto-06 settembre 2020) fino ridursi al 7% nella settimana (21-27 settembre 2020).

Nella settimana 14-20 settembre 2020 il tasso di incidenza risultava di 13.5 casi per 100.000 abt., in due settimane il suo valore raddoppiava; da questa settimana il trend passa da lineare a esponenziale segnando l’inizio della seconda ondata epidemica (grafico 1, grafico 5).

Grafico 5: Andamento dei tassi di incidenza x 100000 per classi di età

Complessivamente, la seconda ondata ha coperto le 15 settimane dal 14 settembre 27 dicembre 2020 e sono stati diagnosticati 164.475 casi di COVID19 (tabella 1 grafico 3) di cui il 53% sintomatici; questa ondata ha raggiunto il suo apice fra il 2 e il 15 novembre con il picco tra il 9 e il 15 novembre 2020. Al picco epidemico si sono contati in media di 3.896 casi al giorno. Il punto di minimo della serie si è raggiunto nella settimana 21-27 dicembre 2020 con 5.027 casi alla settimana, corrispondenti ad una media giornaliera di 718 casi. Il picco di occupazione dei posti letto in regime di ricovero ordinario si è osservato con una settimana di ritardo rispetto al picco delle diagnosi, ovvero tra il 16 e il 25 novembre 2020 con una media giornaliera di 5.141 posti letto occupati (grafico 4), mentre il picco di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è stato osservato tra il 24 e il 26 novembre 2020 con una media di 404 posti letto occupati.

In questa seconda ondata il maggior numero dei casi diagnosticati rispetto alla prima ondata (grafico 3) non è dovuto ad una maggiore aggressività del virus, ma all’incremento del numero dei laboratori abilitati all’esecuzione dei test molecolari e all’introduzione dei test rapidi (novembre 2020). A questi si aggiungono i provvedimenti assunti a partire da maggio 2020, quali le strategie di tracciamento dei contatti e campagne di screening nelle RSA, tra gli operatori sanitari, che hanno complessivamente incrementato la capacità diagnostica. Pertanto, il confronto fra la prima ondata e le fasi successive dell’epidemia, ma più in generale fra le diverse fasi dell’epidemia, è possibile solo entro certi limiti, soprattutto tenendo presente quali sono le differenti condizioni epidemiologiche in cui si sviluppano le varie fasi dell’epidemia.

La maggiore capacità diagnostica ha consentito, già nella fase di quiescenza, ma soprattutto in questa seconda fase, di fare emergere più chiaramente i casi nelle fasce di età inferiori ai 19 anni (tabella 1, grafico 3, grafico 5).

  

Grafico 6: andamento settimanale dei tassi di incidenza x 100000 abitanti dei casi COVID19 ≤ 18 anni

Nel periodo fra il 14 settembre all’11 ottobre 2020 si nota come la crescita esponenziale abbia riguardato tutte le classi di età (grafico 5, grafico 6) e non solo quelle anziane, tuttavia gli andamenti dei tassi incidenza (grafico 5 settimane tra il 5 e il 8 ottobre) presentano alcune differenze. Infatti, mentre le altre curve salgono quasi in linea retta la curva dei 0-18 anni flette dopo la seconda settimana (grafico 5).

Il diverso andamento dei tassi di incidenza delle classi di età inferiori a 18 anni (grafico 5) in particolare per la classe di età 14-18 anni, rispetto alle altre classi di età (grafico 6 grafico 7) può essere giustificato dall’effetto combinato dei diversi provvedimenti adottati durante la fase crescente dell’epidemia per la scuola secondaria di secondo grado, come i provvedimenti di quarantena degli studenti contatti di caso, attuati nei giorni precedenti e lungo il periodo in cui si registrava la rapida salita dei casi. Inoltre, a partire dal 26 ottobre 2020 è stata disposta la messa in DAD (didattica a distanza) al 50% nelle classi dalla seconda alla quinta della scuola secondaria di secondo grado, per giungere al 6 novembre 2020 con la messa in didattica distanza anche delle classi seconda e terza della scuola secondaria di primo grado. I provvedimenti presi precocemente sui ragazzi più grandi, come le misure di contenimento, possono aver svolto un effetto protettivo anche nelle fasce di età più giovani, riducendo i contagi fra fratelli. Stabilire il contributo del singolo provvedimento alla riduzione dei casi nelle età scolari non è possibile, poiché nel tempo tali provvedimenti si sono sovrapposti in modo sinergico, estendendosi e combinando gli effetti con i provvedimenti presi per le altre classi di età.

La seconda ondata termina la settimana 21-27 dicembre 2020, dove si osserva un numero di casi di poco superiore ai 5.000 casi, anche per effetto delle zone rosse istituite dal 24-al 27 dicembre 2020.

 

Grafico 7: andamento settimanale dei tassi di incidenza per x 100000 abitanti dei casi COVID19 ≥ 19 anni

 

Il periodo dal 28/12/2020 al 21/02/2021, 8 settimane, presenta una distribuzione dei casi sovrapponibile a quella osservata durante la seconda ondata (grafico 3), in cui vengono diagnosticati 45.298 casi. Tuttavia, questo periodo è caratterizzato da un trend stazionario del numero settimanale dei casi, in media 5.600 casi a settimana, ossia circa 800 casi al giorno.

Il periodo stazionario è caratterizzato da una lenta ma progressiva salita delle classi di età ≤ 18 anni (grafico 6). L’incremento complessivo fra il 28 dicembre 2020 e il 21 febbraio 2021 risulta marcato nelle classi di età 0-2 anni (+39.9%), 3-5 anni (+84.7%), 6-10 anni (+52.9%) e 11- 13 anni (+116.6%), mentre risulta più contenuto per la classe di età 14-18 anni (+27%). Nel periodo successivo al 6 gennaio 2021 le attività scolastiche hanno ripreso in presenza fino alla terza classe della scuola secondaria di primo grado, mentre le classi della secondaria di secondo grado sono rimaste in DAD al 100% fino al 16 gennaio 2021, per poi passare al 50% e 75%. Sempre nel periodo stazionario, invece, si osserva una progressiva discesa delle classi di età > 18 anni (-12%), nell’insieme presenta riduzione più marcata la classe di età degli ≥ 80 anni (-44.6%). Bisogna sottolineare che in questa fase dell’epidemia, a partire dal 27 dicembre 2021 è stata avviata la campagna vaccinale iniziata dapprima nelle case di riposo (RSA) e, parallelamente, fra gli operatori sanitari (grafico 8). Inoltre, cominciava a circolare la variante inglese del SARS-Cov2, isolata per la prima volta a in Piemonte a metà gennaio 2021.

Nella settimana tra il 22 e il 28 febbraio 2021 il tasso di incidenza risultava di 201.4 casi per 100.000 abt., pari ad un incremento del 50% rispetto al valore della settimana precedente, segnando l’inizio della terza ondata epidemica (grafico 5, 6, 7, 8).

 

Grafico 8: andamento settimanale dei casi COVID19 per tipo di popolazione

La terza ondata ha interessato il periodo, di 7 settimane, che va dal 22 febbraio al 11 aprile 2021, seguita dal periodo 12 aprile – 23 maggio 2021 di discesa, pressoché lineare del numero dei casi. Complessivamente, in entrambi i periodi sono stati diagnosticati 118.812 casi (grafico 3), di cui 51% nella classe di età 25-59 anni, il 12% nella classe di età 6-18 anni e il 6% nella classe di età ≥ 80 anni. La frazione di sintomatici nella terza ondata era il 55% dei 87.676 casi diagnosticati, e nella fase discendente il 44% dei 31.136 casi diagnosticati.

Lo scenario epidemiologico nel quale si sviluppano queste ultime due fasi dell’epidemia è radicalmente diverso da quello delle fasi precedenti, sia per il progredire della campagna vaccinale (grafico 8), sia per il penetrare della variante inglese che, agli inizi di marzo 2021, era stimata essere responsabile di circa il 50% dei casi.

In questa terza ondata osserviamo anzitutto la drastica riduzione del numero di casi di COVID19 diagnosticati tra gli operatori sanitari e tra gli ospiti di RSA (grafico 8). Infatti, nelle 15 settimane della seconda ondata (14 settembre – 27 dicembre 2020) furono diagnosticati fra gli operatori sanitari 12.304 casi di COVID19 e 12.177 casi fra gli ospiti di RSA, mentre nelle 15 settimane successive (28 dicembre 2020 – 11 aprile 2021, fase stazionaria e terza ondata) a campagna vaccinale avviata si contano 3.029 casi fra operatori sanitari e 2.949 casi fra ospiti di RSA pari ad una riduzione del 75% dei casi (grafico 8).

Rispetto alla seconda ondata osserviamo una riduzione anche per le classi di età vulnerabili, infatti al suo apice (15-21 marzo) il tasso di incidenza nella popolazione ≥ 80 anni è stato di 299.4 casi per 100.000 abt., corrispondente ad una riduzione del 64% rispetto al valore registrato all’apice della seconda ondata (9-15 novembre 2020) che aveva raggiunto i 831.4 casi per 100.000 abt. (grafico 7 e grafico 9); osserviamo una riduzione inferiore, ma altrettanto rilevante, nella fascia di età 60 -79 anni dove il tasso di incidenza al suo apice (15-21 marzo 2020) era di 334.5 casi per 100.000 abt. corrispondente ad una riduzione del 37.5% rispetto al valore di apice della seconda ondata (9-15 novembre 2020) di 535.2 casi x 100.000 abt..

Grafico 9: andamento settimanale dei casi COVID19 nella popolazione ≥ 80 anni

Infine, nella fascia di età 19-59 anni, che rappresenta sia le classi lavoratrici (25-44 anni e 45-59 anni) sia gli studenti universitari (19-24 anni), osserviamo, soprattutto nelle ultime tre fasi dell’epidemia, un andamento sincrono delle tre fasce di età (grafico 7) e una riduzione complessiva pari a -44.2% da 728.9 casi x 100.000 abt. nella settimana 2-8 novembre 2020 (picco seconda ondata) a 407.0 casi x 100.000 abt. nella settimana 15-21 marzo 2021 (picco terza ondata; grafico 5).

Più eterogenei fra loro si presentano gli andamenti dei tassi di incidenza analizzati per fasce di età giovanili <19 anni. Per le classi di età 0-2 anni e 3-5 anni il picco nella terza ondata è stato raggiunto nella settimana 1-7 marzo 2021 con i valori di 201.2 casi x 100.000 abt. e 206.8 casi x 100000 abt., rispettivamente questi valori risultano il 13% e il 18% più alti dei rispettivi picchi raggiunti durante la seconda ondata (grafico 6). Inoltre, per la classe di età 3-5 anni si osserva proseguire il trend crescente per raggiungere i 227.7 casi x 100.000 abt. la prima settimana di maggio (grafico 6), nello stesso periodo anche gli andamenti delle classi di età 0-2 anni e 6-10 anni mostrano un trend crescente fino alla prima settimana di maggio 2021.

Riguardo i casi diagnosticati fra i docenti e il personale scolastico si osserva un riduzione del 59% del numero dei casi fra la settimana di picco 9 -15 novembre 2020 e la settimana di picco 15 21 marzo 2021. Molto probabilmente, in questa particolare popolazione di lavoratori l’effetto protettivo della messa a distanza delle classi si è sommato a quello della vaccinazione.

Grafico 10: andamento settimanale dei casi COVID19 tra i docenti e il personale scolastico

Con le dovute cautele, connesse alle differenti condizioni epidemiologiche, è possibile tentare un confronto degli andamenti dell’epidemia fra le diverse ondate. Sebbene per la seconda e la terza ondata il picco dei decessi segua il picco dei casi diagnosticati di un paio di settimane, e per classe ultra ottantenni il picco di decessi segnalati COVID19 (in termini di tasso per 100.000 abt.), durante la prima ondata stato di 102 casi x 100.000 abt. (periodo 6-19 aprile 2020), valore sovrapponibile al picco osservato durante la seconda ondata di 101.5 casi x 100.000 abt. (16-22 novembre 2020) (grafico 11 e tabella 2). Durante la terza ondata il picco di decessi segnalati tra gli ultra ottantenni è stato tra 43.2 e 42.1 casi x 100.000 abt. (22 marzo 4 aprile 2021), corrispondente ad una riduzione del 57%. In quel periodo il livello di copertura vaccinale, ossia la frazione di popolazione ultra ottantenne vaccinata, era tra il 45 e il 59% per la prima dose di vaccino e 11-36% per la seconda dose di vaccino.

Grafico 11: andamento settimanale dei decessi COVID19 segnalati alla protezione civile

Simile osservazione è possibile fare per fascia di età 50-79 anni, che nella prima ondata ha raggiunto il suo picco nel periodo 23-29 marzo 2020 con 17.8 casi x 100.000 abt., mentre nella seconda ondata si è osservato un picco di poco inferiore nel periodo 16-29 novembre, pari a 12 casi x 100.000 abt.. Infine, nella terza ondata di il valore di picco è stato tra i 7 casi x 100.000 abt. nel periodo 15 marzo 11 aprile 2011 (grafico 11 tabella 2).

Tabella 2: decessi segnalati alla protezione civile.

 

 

Decessi

Tassi x 100000

 

 

Età

0-49

Anni

Età

50-79

Anni

Età

Oltre 80

Anni

Età

0-49

Anni

Età

50-79

Anni

Età

Oltre 80

Anni

Prima Ondata

23/03-29/03

8

307

332

0.4

17.8

89.4

 

30/03-05/04

6

228

358

0.3

13.2

96.4

 

06/04-12/04

8

201

379

0.4

11.7

102

 

13/04-19/04

2

174

379

0.1

10.1

102

Seconda Ondata

09/11-15/11

2

180

320

0.1

10.4

86.2

 

16/11-22/11

5

207

377

0.2

12

101.5

 

23/11-29/11

4

199

356

0.2

11.5

95.9

 

30/11-06/12

5

168

330

0.2

9.7

88.9

Terza Ondata

15/03-21/03

0

115

130

0

6.7

34.9

 

22/03-28/03

3

112

161

0.1

6.5

43.2

 

29/03-04/04

3

119

157

0.1

6.9

42.1

 

05/04-11/04

3

124

135

0.1

7.2

36.2

 

 

Conclusioni

Attualmente l’epidemia sembra voler proseguire la fase discendente, profilando lo scenario osservato nell’estate 2020, ossia di un periodo di bassa circolazione virale, allora molto probabilmente dovuto allungo periodo di chiusura (lockdown) durato 10 settimane (9 marzo – 17 maggio 2020),mentre ora sembra determinata dal progredire della campagna vaccinale che, dall’inizio dell’anno al 30 maggio, conta oltre 2.500.000 dosi somministrate complessivamente, di cui quasi 879.000 seconde dosi, immunizzando le categorie più esposte e fragili, ma complessivamente oltre un terzo della popolazione piemontese.

Lo studio sull’impatto della vaccinazione pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità (2) ha evidenziato che il ricorso al ricovero ospedaliero e il numero dei decessi diminuiscono progressivamente dopo 14 giorni e fino a 35 giorni dopo la somministrazione della prima dose. Inoltre, dopo 35 giorni si osserva una riduzione del 80% del rischio di diagnosi, del 90% del rischio di ricovero e del 95% per il rischio di decesso.

Prevedere il corso futuro dell’epidemia di SARS-Cov2 al momento è difficile poiché se da un lato il progredire della campagna vaccinale sembra contribuire in modo deciso al rallentamento dell’epidemia, dall’altro nuove varianti più diffusive, o per le quali i vaccini disponibili sono meno efficaci (2), possono contribuire a riaccendere focolai di infezione.

La descrizione qui presentata è il frutto del quotidiano lavoro di monitoraggio dei casi di infezioni da SARS-Cov 2 attuata utilizzando i dati che sanitari piemontesi forniscono quotidianamente dall’inizio della pandemia. Il monitoraggio quotidiano dell’epidemie analizza i dati e sorveglia sia a livello provinciale sia a livello di singolo distretto sanitario, consentendo di intercettare precocemente possibili riaccensioni di focolai epidemici e, come in passate occasioni, prendere provvedimenti tempestivi.

Referenze

  1. www.epicentro.iss.it/vaccini/pdf/report-valutazione-impatto-vaccinazione-covid-19-15-mag-2021.pdf
  2.  www.nbst.it/941-vaccini-efficacia-contro-covid-e-nuove-varianti-ad-oggi.html